L’Aquila. I recenti dati de Il sole 24 ore e della Nota di aggiornamento del DEF, le minacce al consigliere regionale Pettinari , il ritorno (ormai da oltre un mese) a Casalbordino del terzogenito di totò riina Giuseppe Salvatore detto Salvo, la presenza a Montesilvano dell’ex ispettore legato ai depistaggi sull’assassinio di Nino D’Agostino e il mancato attentato all’ Addaura a Giovanni Falcone, gli allarmi sul 41 bis dei sindacati penitenziari, la permanenza di turpi traffici – dalla tratta della schiavitù sessuale al sempre florido traffico degli stupefacenti, con impennate nell’uso di droghe come l’eroina anche a queste latitudini – in cui s’intrecciano e consolidano cartelli tra mafia foggiana, personaggi e organizzazioni legati alla camorra o al “mondo di mezzo” romano, mafie albanesi e mafie nigeriane, le gravi situazioni ambientali a partire dall’emergenza rifiuti e dagli incendi nella discarica sequestrata del vastese.
Tutto questo c’è, è presente e chiede coscienza e indignazione, denuncia, attivismo sociale, politico, istituzionale. Ma, dalla “società civile” (le virgolette sono d’obbligo) anche di talune sbandierate associazioni, movimenti e simili tanto bravi ad andare sotto riflettori e stampa quanto silenti su cosa accade ogni giorno, a quasi tutti i livelli istituzionali si gira la parte dall’altra parte o si balbetta e sonnecchia. In allegato inviamo, con preghiera di pubblicazione, un nuovo articolato dossier. Perché continuiamo a credere che le mafie e certe consorterie vanno denunciate e combattute ogni giorno, senza tregua e senza indulgenza. Non ci fermeremo mai alle vuote e retoriche commemorazioni di Falcone, Borsellino, Peppino Impastato, Rita Atria e altre persone assassinate dalle mafie. L’unica vera commemorazione è il coraggio di una vera antimafia, quotidiana, che non si accontenta di facciate e chiacchiere ma quotidianamente porta avanti il “concetto” etico di Pippo Fava.