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Maestranze a basso costo, la Guardia di finanza sequestra beni per 1,4 milioni di euro

Alessandra Ciciotti di Alessandra Ciciotti
10 Luglio 2025
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Lanciano. Sequestro preventivo di beni immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie per 1.405.047,12 euro, come disposto dal Gip del Tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, e due indagati per emissione e presentazione di fatture relative a operazioni inesistenti: è l’esito di un’indagine sullo sfruttamento di maestranze a basso costo, condotta dai finanzieri della compagnia di Lanciano, coordinati dal capitano Domenico Siravo nell’ambito dell’operazione denominata “Oleum”.

 

Le Fiamme Gialle hanno svolto attività investigativa, su delega del pm della Procura di Lanciano, Elena Belvederesi, che ha svelato una “sofisticata architettura criminosa” realizzata da un’azienda operante nel settore della produzione e confezionamento di olio di oliva. Venivano esternalizzati i servizi di manodopera in capo a una società, di fatto gestita dal medesimo gruppo imprenditoriale, fungendo da vera e propria “bad company”, una società costituita appositamente per farsi carico dei debiti previdenziali e tributari, priva di beni patrimoniali.

In questo modo la società committente ha potuto beneficiare di forza lavoro a tariffe vantaggiose e senza l’aggravio dei costi del personale previsti dalla legge, mentre la società fornitrice dei servizi di manodopera accumulava un consistente debito nei confronti dell’Erario, omettendo adempimenti di natura fiscale e previdenziale per oltre 800 mila euro. Le indagini hanno evidenziato che la società di servizi interinali ha soppiantato un’altra entità giuridica, fallita e riferibile alla medesima proprietà, assumendo tutti i lavoratori, il cosiddetto fenomeno della ‘transumanza’. “Oltre all’aspetto operativo e del risultato di servizio (circa 4,7 milioni di euro sequestrati per equivalente), mi preme sottolineare che, solo nell’area frentana, nell’ultimo mese, due indagini hanno fatto emergere un indice di rischio specifico – dichiara il comandante provinciale di Chieti delle Fiamme Gialle, Michele Iadarola – sull’illecita somministrazione di manodopera, associata a forme di sfruttamento dei lavoratori espressive di un moderno caporalato. Un sistema, quello delle frodi, delle truffe e dei raggiri, che trova interpreti sempre più tecnologicamente equipaggiati e creativi, così da orientare, necessariamente, la Guardia di finanza verso un ‘camaleontico’ adattamento a scenari socio-economici sempre più mutevoli”.

Fonte: Ansa
Tags: guardia di finanza
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