L’Aquila. L’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha attivato “il proprio ufficio legale perché assuma tutte le opportune iniziative contro i responsabili dell’orrendo crimine” dell’uccisione del lupo Claudio nel maceratese: “chi ha ucciso il lupo Claudio deve pagare”. La morte del lupo Claudio “come quella recente dell’esemplare rinvenuto in Maremma e ucciso anch’esso dai bracconieri spiega l’Enpa non è casuale ma avviene nel periodo di discussione del Piano di Gestione del Lupo, un documento contestatissimo dalle regioni ma fortemente sostenuto dal ministro dell’Ambiente e da Coldiretti”. Per l’associazione è “un documento che allenta le tutele prevedendo invece la possibilità di poter abbattere i lupi, cosa che, come dimostrano tali episodi, potrebbe costituire un incentivo al bracconaggio”. Claudio, tra l’altro, “era monitorato, dotato di radiocollare, ed era già stato investito, curato, riabilitato e reintrodotto in natura ricorda l’Enpa Aveva fornito dati scientifici interessantissimi, ma questo, come il rispetto della legge, a qualcuno non interessa; forse è più ‘comodo’ dar credito a inutili e ingiustificati allarmismi che rappresentano il lupo come un animale pericoloso e dannoso per gli allevamenti”.
Le tutele del lupo “vanno garantite prosegue l’associazione e lo si fa applicando le leggi. Anzitutto, quella sul randagismo, sul rispetto delle ordinanze ministeriali sui cani vaganti, anche di proprietà, lasciati in stato di semiabbandono e non sterilizzati, e sulle responsabilità locali e personali. Inoltre, bisogna intervenire sulla custodia responsabile degli animali da allevamento, che non devono essere lasciati incustoditi, come spesso avviene, senza alcuna forma di guardiania o protezione”. L’Enpa sollecita le istituzioni e la politica “a stralciare dal Piano la parte relativa agli abbattimenti di lupi, per assicurare a questo splendido animale tutta la protezione possibile, ad attivarsi affinché sia assicurato il rispetto della legge”.