Cocullo. Non si arrestano le polemiche attorno alla decisione del sindaco di Cocullo di impedire ai residenti di sgamare i gatti randagi in centro. Arriva ora la risposta – tramite lettera aperta – dell’ordine dei veterinari della provincia dell’Aquila:
“Illustre Sindaco,
a seguito dell’ordinanza emessa dalla S.V. “Disposizioni in merito alla somministrazione di alimenti a gatti randagi in
centro storico” (n. 13 del 17.09.18) ed in riferimento al ruolo del Medico Veterinario, che è tenuto ad operare “al servizio
della collettività e a tutela della salute degli animali e dell’uomo” (Codice Deontologico Veterinario, art. 1), questo Ordine richiama l’attenzione sull’opportunità di ricorrere alla legge regionale n. 47/2013, che “disciplina la tutela delle condizioni di vita degli animali da affezione, promuove la protezione degli stessi, l’educazione al loro rispetto, gli interventi per la prevenzione ed il controllo del randagismo anche nei confronti dei gatti in libertà”, con la finalità “di realizzare sul territorio regionale un corretto rapporto uomo-animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente” (L.R. n. 47/2013, art. 1, comma 1).
Rispetto all’opportuna gestione dei gatti randagi, la suddetta legge riporta la possibilità di istituire delle “colonie feline”,
intese come “gruppo di gatti in libertà che frequentano abitualmente lo stesso luogo” e gestite dal “gattaro”, o “gestore
delle colonie feline” (L.R. n. 47/2013, art. 2, comma 1, lettere j, l); l’identificazione delle stesse viene effettuata dai
Comuni, “d’intesa con il Servizio Veterinario della ASL competente, autorizzandone la gestione a privati cittadini o
Associazioni protezionistiche che ne facciano richiesta” (L.R n. 47/2013, art. 5, comma 2, lettera m);
“i gattari sono obbligati a rispettare le norme per l’igiene del suolo pubblico evitando la dispersione di alimenti e provvedendo costantemente alla pulizia della zona dove i gatti sono alimentati” (L.R. n. 47/2013, art. 18, comma 4).
Richiamiamo altresì l’attenzione sull’utilità di promuovere iniziative culturali finalizzate ad educare i cittadini al possesso
e/o gestione responsabile di ogni animale domestico presente sul territorio, randagio e non, in modo da implementare il
senso civico ed agire nell’interesse della salute pubblica e animale. Si assicura fin da ora piena disponibilità a fornire eventuale ulteriore contributo”.