Pescara. L’onorevole D’Alfonso, deputato abruzzese al Parlamento Italiano, invita a scrivere in Abruzzo i bandi per la gara delle concessioni demaniali.
“L’ultimo pronunciamento della Commissione Europea che, lo scorso 17 luglio”, afferma D’Alfonso, “ha bocciato la bozza di decreto del Ministero del Turismo e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, escludendo la possibilità di prevedere indennizzi e risarcimenti per quei concessionari balneari che non dovessero aggiudicarsi le nuove gare, ci offre e ci impone al tempo stesso di cambiare strada”. “Mentre si profila l’urgenza di una nuova legge di riforma del Demanio”, continua, “scriviamo in Abruzzo i bandi di gara, prevedendo clausole e criteri di aggiudicazione chiari, inequivocabili, inoppugnabili e che garantiscano lautela del bene e di quel patrimonio rappresentato dalle imprese storiche del nostro territorio e del nostro turismo.”
“Apprezzato e apprezzabile il tentativo del MIT”, seguita D’Alfonso, “che ha risposto anche a una richiesta popolare, ovvero prevedere un risarcimento per quegli imprenditori che dopo cinquanta, sessanta, anche settant’anni di lavoro, dovessero perdere la gara per la propria concessione”. “Addirittura un indennizzo posto anche a carico del futuro aggiudicatario. Proposta bocciata, come prevedibile, da Bruxelles”, sottolinea, “che ha bollato tale previsione come ‘lesiva del principio di leale concorrenza’, minacciando di avviare la procedura di infrazione contro l’Italia salvo rivedere il Decreto.”
“A questo punto credo che si stia esaurendo lo spazio del temporeggiare a nostra disposizione per contrastare la normativa Bolkestein con norme italiane tutte sino a oggi inesorabilmente naufragate”. “E allora è arrivato il tempo di scrivere i bandi”, afferma sempre l’onorevole, “perché le gare, oggi è chiaro, si faranno, ma l’Abruzzo ha il potere di dare le carte per giocare la partita, abbiamo la fortunata possibilità di dettare noi i criteri, chiamando le migliori esperienze del settore con le quali nelle scorse settimane ho già aperto un dialogo istituzionale personale, come il dottor Giovanni Cirillo Magistrato della Corte dei Conti, padre di un autorevole parere in materia di sfruttamento dei beni demaniali in concessione, le associazioni di rappresentanza della categoria dei balneari, rappresentanti della Magistratura, imprenditori reduci da felici esperienze di aggiudicazione di beni demaniali in Italia.”
“Le linee di indirizzo sono già definite: la gestione dei beni demaniali dev’essere fruttuosa, generando una competizione tra progetti contrattuali con oneri a carico di chi pretende di assumere la gestione di quel bene demaniale.” “Dobbiamo organizzare la vedibilità e rinvenibilità dei risultati che devono essere moltiplicativi,” continua ad affermare D’Alfonso, “ed è questa la base da cui ripartire quale efficace risposta ai bandi determinati dalla Direttiva Bolkestein”.
“E poi ripartiamo da quella soluzione contenuta in una precedente sentenza dei giudici del Consiglio di Stato del 2021 a firma di Filippo Patroni Griffi”. “Nello specifico”, dice sempre l’onorevole, “a pagina 47 di quell’atto si dice “che il bando può prevedere procedure ad hoc che tengano conto dello specifico delle realtà attuali, con tutte le loro esperienze, peculiarità e caratteristiche di gestione locale”.
“Dunque i bandi vanno pensati anche tenendo conto della capacità di interazione del progetto da valutare con il complessivo sistema turistico ricettivo del territorio locale”. “Ulteriori elementi di valutazione dell’offerta di gara potranno riguardare gli standard qualitativi dei servizi e la sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti”, continua sottolineare il deputato, “in relazione alla tipologia della concessione da gestire, come indicato da Patroni Griffi”. “Negli atti di gara va posto a base d’asta il valore al momento della gara degli investimenti già effettuati dal concessionario”.
“La gara per le concessioni deve essere fatta selezionando il tipo di gara da esperire e la grandezza della stazione appaltante (comunale, provinciale, regionale o nazionale)”, seguita ad affermare, “anche perché le stesse possono essere corrispondenti a livelli territoriali ottimali da sagomare”.
“Quindi la necessità di procedere con la mappatura delle spiagge che è a misurazione della consistenza del valore in ragione della quale si fa la gara”. “Senza mappatura non si possono fare le gare né attivare eventuali piani di project financing”, continua, “che potrebbero prevedere collaborazioni fattive e sostenibili tra enti locali, imprenditori e autorità competenti alla tutela del bene e dei principi di concorrenza”.
“Infine prevediamo il riferimento anche a due direttive europee, la 2014-89 e la 2008-56, che affidano agli operatori economici la responsabilità di quote di tutela dello spazio marittimo”. “È difficile immaginare che chi viene da fuori, estraneo alla conoscenza complessa dei luoghi”, dice sempre D’Alfonso, “sia interessato a farsi carico di profili progettuali di questo tipo”.
“Definiamo in modo preciso i punteggi da stabilire e assegnare, cosa far valere di più e cosa di meno, in ragione della cultura della sostenibilità”. “Sul tema organizzerò a stretto giro un momento di incontro per condividere soluzioni, proposte operative e progettualità concrete”, conclude infine l’onorevole, “affinchè non si perdano di vista i due obiettivi principali: tutelare il bene demaniale e garantire la vita, e non la sopravvivenza, di quelle imprese balneari che sono parte essenziale del nostro circuito economico, privilegiando le esperienze di eccellenza”.