Nonostante l’Italia stia rispondendo bene alle misure fin’ora adottate, con un leggero ma indicativo calo dei contagi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità tiene alta la guardia e afferma che l’emergenza sanitaria non è ancora passata, anzi. L’Europa è l’epicentro della pandemia, anche se negli Stati Uniti la situazione si aggrava giorno dopo giorno e il Coronavirus sta iniziando a toccare territori che, come il continente africano, non hanno la stessa sanità dei paesi più sviluppati.
“Siamo alla 15esima settimana di battaglia globale contro il Coronavirus. Il primo caso nella regione europea è stato registrato il 24 gennaio. Ad oggi l’Europa resta al centro della pandemia e abbiamo sia ragioni per essere ottimisti sia motivi per essere preoccupati”, ha affermato Hans Kluge, direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità per l’Europa. “I casi confermati aumentano nell’intera regione e il numero di contagi confermati è pari a 687.536 e 52.824 morti. Questi dati riguardando 53 Paesi e sette territori”.
“Nonostante “i segnali positivi” arrivati da alcuni Paesi, ora non è il momento di allentare le misure. Alcuni Paesi con trasmissione locale stanno iniziando a mostrare segni di un declino della percentuale di aumento dei nuovi casi”, ha aggiunto spiegando che altri Paesi, invece, “attendono un aumento rapido dei contagi o una nuova fiammata. La Spagna adesso ha più casi dell’Italia. “Dopo settimane di ferreo lockdwon, sembra che in Italia, anche se i casi continuano a crescere, il tasso di incremento stia rallentando significativamente”.
“I Paesi devono rafforzare le loro attività in tre aree – ha proseguito – la prima è la protezione dei lavoratori del servizio sanitario a tutti i livelli per salvare vite, con la formazione e la preparazione per prendersi cura dei pazienti e delle comunità, proteggere la loro salute fisica e porre la priorità su quella mentale e garantire che abbiano il sostegno che meritano per le loro famiglie”. “Questa pandemia e il suo impatto sulle nostre vite è eccezionale, ma ogni giorno, ogni minuto, raccogliamo le prove, condividiamo conoscenze e prendiamo misure per fermare il virus e per fare della nostra risposta sanitaria una risposta più forte e sostenibile”.