Chieti. “Sempre più spesso, e in maniera sempre più evidente, in Italia, e anche nei nostri territori, si verificano episodi di omo-lesbo-bi-trans-fobia, che mettono a repentaglio l’integrità fisica e psicologica di un gran numero di cittadine e cittadini. L’atto di lesbofobia avvenuto pochi giorni fa a Pescara ai danni di due ragazze che si stavano semplicemente abbracciando è solo l’ultima manifestazione di un costume maligno profondamente radicato in noi e nei nostri territori, così come lo è la gravissima aggressione subita di recente da un ragazzo che si trovava nella stessa città per incontrare il suo compagno dopo mesi. Spesso queste forme di discriminazione sociale si verificano tra le nuove generazioni, tra i più giovani, ma non mancano e sono anzi consistenti i casi preoccupanti osservabili in tutte la fasce di età”,affermano Daniele Zulli e Andrea Benedetti di Abruzzo Possibile spiegando i motivi per i quali hanno chiesto alla Provincia di Chieti di aderire ufficialmente alla Rete RE.A.DY. La lettera di richiesta è stata indirizzata a Mario Pupillo, Presidente della Provincia di Chieti, e Gabriele Paolucci, consigliere provinciale con delega al controllo dei fenomeni discriminatori e alle pari opportunità.
“Riteniamo che la Provincia di Chieti debba essere un luogo di libertà, e per questa ragione oggi chiediamo che aderisca alla Rete RE.A.DY – Rete italiana delle Regioni, Province Autonome ed Enti Locali impegnati per prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Si tratta di uno strumento, tra l’altro, utile anche in chiave intersezionale con gli altri fattori di discriminazione – sesso, disabilità, origine etnica, orientamento religioso, età – riconosciuti dalla Costituzione, dal nostro ordinamento così come dal diritto comunitario e internazionale”, aggiungono i due esponenti di Possibile.
A loro si aggiunge anche Gianmarco Capogna del Comitato Scientifico Nazionale di Possibile e portavoce della campagna tematica Possibile LGBTI+: “E’ importante promuovere l’adesione alla rete RE.A.DY per nuove amministrazioni locali ed enti come le Province. Ogni giorno le persone LGBTI+ affrontano odio, violenze e discriminazioni e si fa, quindi, sempre più urgente la necessità di attuare strumenti di prevenzione e costante. In questo senso i Comuni, le Province e le Regioni possono fare tantissimo per promuovere culture e politiche di contrasto alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”.