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Lettera aperta Marinelli a Marsilio su situazione dell’Abruzzo: “Basta bugie, servono azioni”

Redazione Abruzzolive di Redazione Abruzzolive
14 Giugno 2025
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L’Aquila. Daniele Marinelli, segretario regionale del PD Abruzzo, scrive una lettera aperta al governatore della Regione Marco Marsilio: “Basta bugie”.

 

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“Caro Presidente, mi perdonerà l’ironia, ma leggendo l’analisi che fa sulla situazione economica della regione, mi viene spontaneo credere al suo Abruzzo dai tre mari.

Nella fretta di leggere e porgere buone notizie agli abruzzesi che lei ha appena tassato per cercare di porre un vano rimedio all’enorme deficit della sanità affiorato negli anni della sua reggenza, ha trascurato diversi e interessanti dettagli della fotografia reale della regione che governa da quasi un settennato. Ad esempio che nel 2024 ogni giorno chiudono 3,2 attività commerciali contro 1,3 che aprono, questo significa che entro 10 anni le nuove aperture saranno azzerate, come le faceva presente un recente studio della Confesercenti. La situazione è questa perché la Regione non ha strategie per rigenerare il tessuto commerciale, tantomeno sulla fiscalità, visto che il ceto medio che la Meloni vorrebbe tutelare in Abruzzo lei lo tartassa per il grosso guaio dei conti in rosso della sanità. E se non fosse stato per il PD, la sua maggioranza avrebbe sdoganato gli insediamenti della grande distribuzione da dicembre in poi, polverizzando il commercio di vicinato rimasto, cosa che invece ora non accadrà perché siamo riusciti a bloccare fino al 2030 i nuovi insediamenti.

 

L’Abruzzo non è il Paese di bengodi, come lei, trovandosi in evidente difficoltà, cerca di far credere alla comunità a cui non dà servizi insieme a molte altre cose. La crisi c’è ed è reale, l’avrebbe vista se non avesse considerato solo i dati di comodo. Tra spopolamento, invecchiamento e desertificazione, fenomeni che si possono arrestare con azioni positive che non abbiamo visto accadere, ancora secondo Confesercenti, in Abruzzo sono scomparse 3.092 imprese dal 2019 al 2024, pari a un calo dell’11,2%, un dato peggiore della media nazionale (-10,1%). Pensi, l’artigianato, uno dei settori da tutelare per il futuro perché non si estingua, la perdita va oltre le 8.000 attività e ciò significa circa 20.000 addetti in meno, ci dicono i dati della CNA, anch’essi a disposizione. Nel 2024 il saldo negativo e di 101 imprese fra iscrizioni e cancellazioni e l’Abruzzo ha avuto lo 0,07 per cento in meno contro lo 0,62 dell’Italia e ci colloca al quintultimo posto delle regioni italiane. Così come saprà che la regione perde costantemente residenti, siamo a – 11.000, specie negli ultimi anni. Succede perché le sue politiche contro lo spopolamento non funzionano, né a livello demografico e nemmeno economico, visto che, insieme ai residenti, stanno scomparendo scuole e altri servizi, ad esempio gli sportelli bancari, tant’è che proprio come PD, a fronte anche di questa desertificazione, abbiamo proposto di fare un incontro con l’ABI Regionale per individuare possibili soluzioni, perché questo fenomeno aggrava la già difficile condizione che vivono le persone e le imprese che abitano le aree interne.

 

Sto ancora cercando di capire da dove arrivi il suo sollievo sull’export, perché nel 2024 mi risulta dal bollettino Istat che il valore delle esportazioni sia diminuito del 5,6 per cento per l’Abruzzo, passando da 10.047.000.000 di euro del 2023 ai 9.485.000.000 del 2024. Siamo al 16esimo posto delle regioni italiane, Presidente, fra i peggiori, perché abbiamo perso 562 milioni di euro, probabilmente in gran parte riconducibili all’automotive di cui la sua Giunta non si sta occupando, come dimostrano crisi aziendali, perdita di addetti dei grandi brand e dell’indotto, nonché i provvedimenti di cassa integrazione di cui sarà certo al corrente perché i sindacati le hanno fatto davvero tante richieste nell’ultimo anno. Su questo settore siamo al terzultimo posto in Italia perché il suo governo regionale non è riuscito né a prevenirle, né a governarle.
Mi spiace riportarla alla realtà che viviamo ogni giorno, ma qui c’è un Abruzzo che non gode, Presidente, perché sono in sofferenza anche le famiglie. È recentissimo lo studio Confcommercio, lo ricorderà, che un mese fa evidenziava da noi un calo dei consumi nel primo trimestre 2025 pari al 4,2 per cento in meno dello scorso anno, parliamo di marzo 2025 su marzo 2024. Si figuri marzo dell’anno prossimo, quando si risentirà anche della sua tagliola sulle addizionali Irpef. Succede, perché metà dei salari abruzzesi non va oltre i 1.000 euro, come denunciava la CGIL regionale in autunno, collocandosi sotto la soglia di povertà, che si fissa a 1.030 al mese nel 2024. E anche perché cittadini e cittadine hanno sì contratti, ma a termine: che non consentono risparmio e né di progettare il proprio futuro.

 

Perché, Presidente: sì, crescono gli occupati in Abruzzo, ma sul fronte disoccupazione il tasso è comunque superiore a quello della media nazionale. Questo lo rileva il Cresa che nel suo annuale rapporto evidenzia che il fenomeno colpisce abruzzesi tra i 15 e i 34 anni, facendo emergere un problema relativo all’occupazione giovanile, cosa di cui purtroppo il suo esecutivo non si sta occupando e che come PD le abbiamo sempre denunciato, restando inascoltati. E se l’Istat, su cui il rapporto si basa, rileva questa tendenziale crescita, le dice che riguarda la sola componente maschile (+6 mila pari al +2,0%) mentre quella femminile riporta una flessione (-200 unità, -0,1%). Sic.
Chiudo sull’aeroporto, per farle presente che il nostro scalo non ha ancora recuperato i 27.000 passeggeri persi nel 2024, calo che è in parte dovuto alla cancellazione della rotta Pescara-Linate da parte di ITA Airways. Certo, ci sono i segnali positivi per il 2025, ma che riportano la situazione a oltre un anno fa, nonostante l’annuncio di nuove rotte da parte di Ryanair per l’estate 2025, costata, però, alla Regione un accordo milionario e la rinuncia ad altri vettori e l’esigenza di mantenere buoni rapporti con Ryanair, perché in Abruzzo restino voli. Un milione di passeggeri? Ce lo auguriamo tutti che si raggiungano.
Ah, aspettiamo con ansia le sue opere per l’Abruzzo, visto che nei suoi anni di governo, nonostante le risorse in pancia lasciate dal centrosinistra, non c’è un cantiere partito che sia farina del suo sacco. Lo è, invece, il potente definanziamento di risorse destinate per lo più a infrastrutture viarie, porti, crisi idrica e bonifiche, per cui il centrosinistra aveva lasciato procedure avviate, oggi bloccate a causa dell’imbarazzante proposta di riforma dell’ARAP, il braccio operativo delle attività produttive regionali, del suo assessore che ha imbrigliato i soggetti committenti, paralizzando anche questo settore.
La prego, non dica più bugie ai suoi amministrati, perché, si sa che le bugie hanno le gambe corte: lo dimostra il fatto che dovrà digerire, ma soprattutto occuparsi concretamente, del deficit da 113 milioni di euro della sanità anche per il 2025, tanto grave da far temere ai tecnici della struttura regionale, la sua, non solo il commissariamento, ma anche il dissesto dell’intero bilancio dell’Ente. E lo dimostra anche un altro dato, quello sull’utilizzo dei fondi FSC, fermi a dicembre 2024 a una percentuale che ci vede fra le regioni peggio messe sull’avanzamento della spesa, 0,49 per cento, questo significa, presidente, che non li ha spesi e rischia di perderli se non lo farà. Gli abruzzesi non sono soggetti da illudere inseguendo l’ottica del consenso che va e viene, meritano almeno la verità sulla propria condizione”.

 

Tags: Marinelli
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