L’Aquila. “Gentile consigliere Pietrucci”, afferma il dott. Angelo Flavio Mucciconi, direttore del pronto soccorso dell’ospedale di L’Aquila, “ho letto con un certo disagio quanto da lei riportato relativamente alle condizioni del pronto soccorso dell’Asl che io dirigo dal 2 gennaio 2023.
Leggendo le diverse criticità rilevate mi trovo costretto, mio malgrado, a chiarire alcuni aspetti che sono stati individuati e trattati con una non corretta interpretazione dello stato delle cose. Lei dice che i pazienti sono stati tolti dal corridoio e sistemati in uno stanzone nel quale non c’è alcuna assistenza, in realtà fino a pochi mesi fa i pazienti che, in pronto soccorso erano in attesa di completamento dell’iter diagnostico o di poter essere ricoverati nei reparti di degenza, venivano lasciati nei diversi corridoi e “osservati” ed assistiti solo da infermieri in transito, senza che ci fosse alcuna minima forma di privacy rispetto e trattamento dignitoso per chi si trovava nella condizione specificata. Oggi i pazienti sono sistemati su letti dignitosi in un locale che, nella quasi totalità dei turni, è assistito da un infermiere supportato da un OSS o un allievo infermiere con un medico dedicato per almeno sei ore al giorno, come peraltro previsto dalle linee guida regionali sull’osservazione breve, o, proprio com’era per i pazienti nel corridoio, dai medici di turno negli ambulatori. Nello spazio attuale è stato anche possibile sistemare delle tende che consentissero una relativa privacy ed è frequente l’evento, finanche paradossale, che i pazienti che vadano al ricovero chiedano di essere mantenuti nello spazio denominato Open Space perché più confortevole ed assistito delle stanze dei reparti di degenza.
Sicuramente il personale dedicato non è al momento sufficiente e siamo in attesa che si completino i passaggi necessari per l’acquisizione degli operatori. Certamente la modifica del percorso di accesso al pronto soccorso ha creato qualche disagio per chi aveva abitudini di transito diverse, ma oggi ci siamo dotati di una sala di attesa per i pazienti in attesa di triage ed una seguente sala d’attesa per chi è stato già valutato. Voglio sottolineare che gli infermieri di triage hanno, come loro funzione specifica, quella della rivalutazione dei pazienti in attesa nella maggior parte dei turni ci sono due infermieri dedicati all’attività di triage. Certamente tutto è perfettibile e con la collaborazione degli operatori e della direzione strategica si troveranno soluzioni per le eventuali criticità, ma considerare la situazione del pronto soccorso dell’Aquila disastrosa non corrisponde al vero anche in considerazione di quanto accade su tutto il territorio nazionale, della necessità di operare in una struttura pensata e progettata decine di anni fa in un’epoca in cui le attuali necessità non erano neanche immaginabili. Credo che, al di là della normale diatriba politica, non sia utile trasmettere un messaggio di inefficienza e precarietà per una struttura che svolge adeguatamente e correttamente il proprio servizio di assistenza, sempre nei limiti di una condizione che, al pari di quanto accade in tutta Italia e addirittura in tutta Europa”, conclude Mucciconi, “sconta un periodo di gravissima criticità”