Pescara. Si chiuderà il 23 luglio, alla Maison des Arts della Fondazione Pescarabruzzo a Pescara, la mostra “Vite sospese. Natura e fragilità umana nell’opera di Paolo Spoltore 2009-2023”, viaggio innovativo dentro all’arte concettuale e materica dell’artista Paolo Spoltore, nato a Lanciano nel 1946.
“Poveri” i materiali privilegiati dall’artista, che lavora con maestria il legno, il ferro e la pietra provenienti dalla terra d’origine, innestandoli con oggetti d’uso presi a prestito dal mondo contadino e industriale. L’intento, anche provocatorio, è di evocare possibilità di utilizzo nuove e diverse dall’uso consumistico in una fruizione più vera ed intensa offerta dall’estetica delle opere.
“Concettuale” il tema affrontato nella produzione dell’ultimo quindicennio di attività presentato in mostra, che si concretizza in 4 i cicli principali, in un allestimento curato personalmente dall’artista. La serie “Totem – Presenze Utopiche” è composta da mastodontici simulacri, oggetto di culto, e rimanda al fondamento simbolico della coesione dei gruppi sociali.
I “Cuori Pietrificati” sono una molteplicità di cuori frantumati, posti su fondi di ceramica industriale sconnessi a rappresentare le vite distrutte, frantumate e malferme a causa del terremoto aquilano del 2009. Come Burri per Gibellina, anche Spoltore nutre un sentimento di sofferenza per la drammatica distruzione arrecata dal sisma lasciandone una testimonianza potente in queste piccole creazioni iconiche.
La serie “Coronavirus” parimenti, affronta le tessere scomposte dei vissuti lacerati dalla pandemia. Realizzata nell’arco dei cento giorni di lockdown, la serie restituire il senso di paura e di stress, di confusione e oppressione quasi claustrofobia, che ci hanno accomunato durante l’emergenza sanitaria. Infine, “Post-Covid 2021-22”, una successione di teche in legno, patinate con il colore acrilico, al cui interno sono poste delle silhouette di animali di terra, di mare e di cielo insieme ad elementi vegetali. Da un rinnovato rapporto con la natura l’artista indica la direzione per il ritorno alla vita in pienezza, in un ritrovato equilibrio ideale tra uomo ed ecosistema.