L’Aquila. Giovanni Legnini, in corsa per la vicepresidenza dell’organo di autogoverno dei giudici, e Giuseppe Fanfani, entrambi Pd, sono gli unici due componenti laici del Csm risultati eletti dallo spoglio dell’ottava votazione del Parlamento, in seduta comune, nella tarda serata di ieri. Per i restanti sei componenti laici (e l’elezione di due giudici costituzionali) è cominciata stamani a Montecitorio la seduta del Parlamento. Per essere eletti occorre il quorum dei tre quinti dei componenti. I due hanno raccolto rispettivamente 524 e 499 voti. L’abruzzese Giovanni Legnini, sottosegretario all’Economia con delega alla ricostruzione dell’Aquila, è ora in corsa per la vice presidenza di Palazzo dei Marescialli. Questo potrebbe dar vita ad una rivoluzione nella politica abruzzese con una serie di effetti domino. Per entrare in carica al Csm, infatti, Legnini, avvocato, dovrebbe lasciare per incompatibilità tanto il ruolo nell’esecutivo quanto la poltrona a Montecitorio, liberando il posto al primo dei non eletti, l’aquilano Giovanni Lolli, vice presidente della Giunta Regionale. Lolli-sì Lolli-no. ”La mia posizione è l’ultima cosa di cui discutere – dice il vice presidente della Giunta Regionale – deciderà il partito cosa sia meglio fare, se io debba restare qui o andare a Roma. Felicissimo per Legnini, la vicepresidenza del Csm sarebbe un grande riconoscimento del suo lavoro e del suo valore politico. Certo, resterebbe poi la preoccupazione legittima sul fatto che avendo lui la delega all’Aquila nel governo, rimarremmo come dire scoperti. Lui è essenziale per noi” afferma Lolli. “Bisogna capire anzitutto come il Governo intenderà seguire la ricostruzione dell’Aquila. Certo, sarei contento e onorato di sostituire Giovanni ma sarebbe moralmente inaccettabile se la mia scelta fosse dettata solo dalla convenienza. E comunque non sono il solo che potrebbe ricoprire quel ruolo, penso ad esempio a Stefania Pezzopane.” Cosa accadrà?