Guardiagrele. Antonietta Orsatti esporrà alcune opere presso la sede dell’ente mostra dell’artigianato di Guardiagrele dal 9 al 20 aprile 2022, con un testo di presentazione di Gabriele Vitacolonna.
Il percorso dell’artista prende avvio dalle esperienze vissute in Abruzzo, prima la vita in famiglia, poi l’Istituto d’Arte di Chieti, l’incontro e la frequentazione di Felice Giuliante, l’ultimo scalpellino della Majella; ancora la formazione all’Accademia di Belle Arti a Roma, con il magistero di Pericle Fazzini e di Goffredo Verginelli; le lezioni di Antonio Del Guercio (con cui discuterà una tesi proprio su Giuliante) e di Ferdinando Bologna; infine il lungo periodo di insegnamento nelle scuole secondarie. Proprio l’incontro con i giovani e con gli stimoli della letteratura e della contemporaneità sono stati un sempre nuovo banco di prova.
C’è una onnivora curiosità in questa artista che, dopo un’interruzione durata qualche decennio, ha ripreso a scolpire la pietra solo da qualche mese, senza tuttavia perdere freschezza d’immaginazione, a ottantun’anni.
In esposizione un gruppo di opere che dà la misura della varietas di interessi e temi. Opere del passato, alcuni pregevoli lavori in pietra degli anni ’70, un Portacandela e un Portacero che parlano di un mestiere, di un sapere antico e senza tempo, la volontà dell’artista di far parlare il blocco con la voce colloquiale e rassicurante del dialetto; le stazioni della Via Crucis, dipinta negli anni ’90, inscrivendo le figure in triangoli che riprendono i segni dei deportati nei lager nazisti; San Sebastiano, una grande tempera su tela, che rilegge un’opera di Andrea Mantegna traducendola in grafismi novecenteschi.
E ancora, cinque grandi tele degli ultimi anni (2018): Gioco di triangoli, Sulla scia dei ricordi, Bignonia, Il giglio degli Incas, I figuranti: in queste opere si mette in scena il mondo surreale e fantastico di Orsatti, dominato dal gioco inesauribile delle forme e delle associazioni di idee. Le sue immagini vanno oltre ogni costruzione e “costrizione” intellettuale, anzi se ne prendono gioco, fino a creare un universo parallelo di storie e personaggi che però paiono antichi, i racconti di quel tempo passato, l’infanzia dell’artista.
In mostra anche una terracotta degli anni ’90, Figura femminile seduta e alcune linoleumgrafie, prove incise negli anni ’70.
Infine, un bassorilievo in pietra, L’infedele, scolpito nell’estate 2021: opera simbolo della forza di questa artista e del suo legame ancestrale con la forma e con la materia. Di se stessa, l’artista dice: “Le mie aspirazioni nascono da piccole cose, come i fiori che raccolgo da terra”.