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Le giornate del cinema aquilano al teatro Zeta: cinema d’essai all’Abruzzo cinema in & out

Alessandra Ciciotti di Alessandra Ciciotti
4 Luglio 2023
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L’Aquila. Le giornate del cinema aquilano al teatro Zeta: cinema d’essai all’Abruzzo cinema in & out.

“ABRUZZO IN CINEMA IN & OUT” seconda edizione. LE GIORNATE DEL CINEMA AQUILANO

MERCOLEDI’ 05 – 12 – 19 LUGLIO ALLE ORE 21:00. Presso Cinema Zeta in Via Rodolfo Volpe Monticchio – Snc – 67100 – L’Aquila,  info e contatti. Telefono 086267335, 3297488830, [email protected]

i Giovani registi della città dell’Aquila presentano le loro opere inedite in esclusiva al Cinema Zeta  Programma

 Mercoledì 5 Luglio ore 21:00 il Regista Francesco Paolucci presenta:

 “The Nameless – I senza nome”

 a seguire

“L’uomo più buono del mondo. La leggenda di Carlo Tresca”

di Angelo Figorilli e Francesco Paolucci

Mercoledì 12 Luglio ore 21:00 sarà proiettato il film del regista Luca Cococcetta:

“Memoriter”

 a seguire il reportage:

“Jazz aquilano per le terre del sisma”

di Luca Cusella.

il 19 Luglio verranno proiettati i film della regista Cecilia Fasciani:

“Io prometto”

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 a seguire

“Il cammino più lungo”

Tutte le proiezioni si svolgeranno alla presenza dei registi

Mercoledì 5 luglio

“Nameless- i senza nome” 2022 (30 minuti) Prodotto dalla fondazione” Barba Varley”

 premio internazionale 2022 realizzato da Francesco Paolucci.

 

Documentario che racconta la storia del cimitero dell’isola di Lampedusa dove sono sepolti, insieme agli abitanti anche i migranti morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo.

Un ragazzo partito dal Gambia con il sogno di fare l’artista, è tornato a Lampedusa  per dare una dignità a quelle sepolture dipingendo le lapidi a quei senzanomi. Le tragedie dei migranti stanno diventando, nonostante tutto,simbolo di integrazione, resistenza e memoria collettiva attraverso le voci di Modou Lamin e delle persone che insieme a lui si prendono cura di questi esseri umani senza identità.

“L’uomo più buono del mondo. La leggenda di Carlo Tresca” 2023 (30 minuti)

Stati Uniti primi del Novecento Carlo Tresca è un immigrato italiano che guida scioperi che durano mesi, pubblica giornali che denunciano padroni e mafiosi, vince e perde decine di processi per la libertà delle sue idee e dei lavoratori di ogni paese immigrati in America. Per quasi Quarant’anni l’FBI lo considera tra i più pericolosi sovversivi d’America, viene da Sulmona ( Abruzzo), è sindacalista, giornalista, socialista, rivoluzionario, anarchico, antifascita e antistalinista, scomodo per tutti. Forse voleva tornare in Italia per partecipare alla Liberazione del Paese, ma un colpo di pistola alla schiena lo uccide una sera d’inverno è l’11 Gennaio del 1943 al suo funerale a New York un corteo di 80 automobili cariche di fiori e migliaia di persone. Operai, tessitrici, intellettuali, artisti, scrittori, piangono quello che fu definito ” l’uomo più buono del mondo”. Su di lui, per anni, scende il silenzio.

A Ottant’anni dalla sua morte il documentario restituisce un ritratto sentimentale di questo ribelle internazionalista e italiano. Lo fa con le parole dello scrittore Maurizio Maggiani che conversa a distanza con chi, nella città natale di Tresca, ha cercato faticosamente di ricostruire prima e illuminare poi il ricordo di un uomo che ” ha combattuto contro tutti i dispotismi”, ” accorreva laddove ce n’è bisogno”, ” riusciva  a parlare con tutti, amici, nemici,povera gente, intellettuali” e ” non indietreggiava davanti a nulla” “un eroe che come tutti gli eroi è finito tragicamente”.

Un dialogo appassionato e scandito dalla ricostruzione – con l’animazione visionaria di Erick Mauricio Cuevas Ulloa e la musica di Giancarlo Tiboni – di episodi che segnano la sua vita: la formazione politica tra i ferrovieri in Abruzzo, la fuga a New York, lo storico sciopero dei tessili di Paterson che si trasforma in un memorabile spettacolo al Madison Square Garden, il suo assassinio sulla Quinta strada. Più che interrogarsi sul mistero- che mistero non è mai stato- della morte di Tresca, il documentario è un invito a confrontarsi, soprattutto oggi, con l’esempio della vita di un uomo che ha fatto dell’amore per la libertà e della lotta contro ogni sfruttamento la ragione della sua esistenza.

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