Chieti. Una serie di criticità di ordine tecnico, come un insufficiente piano di raccolta delle acque piovane, l’assenza di aree verdi, la pavimentazione che riflette il sole producendo l’aumento della temperatura sulla piazza stessa, la rimozione dei due lampioni, la mancata predisposizione dei sottoservizi per eventuali manifestazioni, ma anche l’errore politico-amministrativo ovvero la richiesta della Soprintendenza e la conseguente ricopertura dei reperti emersi durante gli scavi.
Il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Mauro Febbo, nel corso di una conferenza stampa in loco ha criticato i lavori di riqualificazione di piazza San Giustino a Chieti, finanziati con oltre 1,5 milioni di euro, e l’amministrazione comunale teatina, presenti i consiglieri comunali Maurizio Costa e Damiano Zappone, il dirigente comunale di Fi, Emiliano Vitale, l’ex imprenditore ed esperto di lavori pubblici, Roberto Desiderio.
“Dopo trenta mesi di amministrazione è ora che cominciamo a parlare di questa sciatteria, di questo menefreghismo e dell’incompetenza di questa amministrazione comunale e lo facciamo con un lavoro pubblico simbolo della città, dove il finanziamento è stato ottenuto non da questo governo comunale, ma questa amministrazione ha fatto ben due varianti quindi vuol dire che è intervenuta per cambiare il progetto iniziale – ha detto Febbo. C’erano dei manufatti e sono stati tolti, è una piazza completamente spoglia, fatta di un materiale che riflette il sole: ieri a Chieti c’erano 26 gradi, in piazza S. Giustino erano 33. Cosa accadrà ad agosto? Credo che ci siano errori strategici – ha aggiunto Febbo – , il primo è un errore politico amministrativo: la Soprintendenza non poteva chiedere il seppellimento dei reperti.
È il sindaco a decidere cosa fare della piazza e la Regione si era resa disponibile anche economicamente per salvare quei manufatti sotterranei e anzi per vedere se c’era altro. Immaginate questa piazza ricoperta con il
vetro, facendo dei percorsi, quello che avrebbe portato”. Nel corso della conferenza stampa è stata anche evidenziata la posa in opera tecnica della pavimentazione con con problemi che riguardano le fughe e i raccordi, l’assenza di una cassetta per i servizi tecnologici, l’impermeabilizzazione laterale che sembra inesistente, tombini “quagliati” nella strada, mancanza di sifone, la ridotta dimensione delle scale: “Chi cade e si fa male -,ha concluso Febbo – , farà causa al Comune e quindi debito sopra debito”