Le auto d’ordinanza dei carabinieri diventano verdi, il verde smeraldo della forestale con la scritta bianca “carabinieri” sulle fiancate, sul cofano e sul retro. E’ il primo prototipo dell’automobile che sarà a disposizione, dal primo gennaio 2017, al “Comando tutela ambientale, agroalimentare e forestale”, cioè la vecchia Guardia Forestale accorpata ora all’Arma, come stabilito il decreto legislativo 177 di riorganizzazione delle forze di polizia. Come riporta Repubblica “La ministra Marianna Madia ipotizza un risparmio di 100 milioni di euro con l’accorpamento, cifra impossibile”, commenta Marco Moroni, segretario del Sapaf, il sindacato autonomo dei Forestali.
“Prendono le nostre macchine e cambiano la scritta sulle portiere. Ci sembra poco dignitoso, sia per l’Arma e la sua storia bicentenaria, sia per i forestali”. Il Sapaf ha presentato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo, perché con l’accorpamento il sindacato si dovrà sciogliere. Al Tar sono stati depositati migliaia di ricorsi da parte dei forestali che non vogliono essere militarizzati. Intanto sono stati pubblicati i primi decreti attuativi, che dividono i 7.563 forestali così: circa settemila possono andare nei Carabinieri, un centinaio nella Polizia, una settantina nella Finanza, quattrocento nei Vigili del Fuoco e una sessantina al dicastero dell’Agricoltura. Manca ancora il decreto della Presidenza del consiglio che dovrà individuare le amministrazioni pubbliche a cui potranno fare domanda di transito chi si rifiuterà di vestire una divisa militare. “Le auto dei ‘forebinieri’ rendono perfettamente l’idea del pastrocchio di una riforma che è nata male e sicuramente finirà peggio”, dice Luca Comellini, del Partito dei Militari. “Renzi è ancora in tempo per fermare questa baggianata”.