Si avvicina Pasqua, tempo di scampagnare e di grigliate di cui l’indiscusso protagonista, in Abruzzo, è l’arrosticino con l’immancabile furnacell. Quest’anno molti abruzzesi rischiano di rimanere a secco: l’Associazione regionale Produttori Arrosticino d’Abruzzo lancia l’allarme per conto delle aziende produttrici abruzzesi.
Per quali ragioni, lo spiega il Presidente Lorenzo Verrocchio un una nota diffusa nel pomeriggio alla stampa:
“La crescente difficoltà di reperire sul mercato italiano ed estero sufficienti partite di carne per la produzione di arrosticini – precarietà evidenziatasi in particolare nel corso dell’ultimo anno – e l’inevitabile incremento dei prezzi stanno mettendo in difficoltà le imprese di trasformazione, tanto che ora si può parlare di vera e propria crisi. I prezzi della materia prima, e di conseguenza quelli al consumo, hanno segnato uno balzo tra il 35 e il 45 % e al momento, vista peraltro la situazione internazionale che ha provocato una crescita dei costi di gestione, ad esempio per energia e carburanti, è prevedibile che non si tratterà di una situazione solo momentanea”.
L’Associazione regionale produttori Arrosticino d’Abruzzo raccoglie il 70% della produzione regionale di arrosticini ed ha in corso la procedura per la sua certificazione europea IGP (Indicazione geografica protetta). Di fatto, a mancare sarà il 40% di carne in meno rispetto alla Pasqua dello scorso anno. La filiera dell’arrosticino, di fatto, dipende in grossa parte dalle forniture provenienti dall’estero.
“Nel corso degli ultimi anni in più circostanze si è cercato di mettere intorno a un tavolo trasformatori e allevatori ma senza che da parte di quest’ultimi vi fosse un’adeguata apertura verso un progetto comune di filiera che, va rimarcato, aprirebbe straordinari risvolti occupazionali e di promozione del territorio. La condizione attuale fa dunque tornare in auge ciò che al momento appare una necessità strategica non più rinviabile, appunto il rilancio delle aziende agricole abruzzesi per un’autentica rinascita del comparto ovino a scopo di carne in Abruzzo. Si tratta dell’unica risposta possibile per garantire nel medio periodo la sostenibilità economica delle attività del settore, un’azione da rimettere evidentemente al centro unitamente agli altri obiettivi, che non sono meno rilevanti, di mantenere l’economia rurale e preservare i paesaggi e le aree interne”.
I numeri e le potenzialità della filiera arrosticino d’Abruzzo.
In Abruzzo sono infatti circa 70 le aziende di produzione di arrosticini, per non parlare delle tantissime macellerie e dei laboratori disseminati sul territorio regionale; più di duemila sono i pubblici esercizi (ristoranti e trattorie) che somministrano gli arrosticini, almeno diecimila i posti di lavoro, è quantificabile infine in oltre un miliardo di euro il fatturato complessivo prodotto dal settore.
L’Associazione regionale produttori Arrosticino d’Abruzzo rivolge quindi un appello alla Regione Abruzzo affinché vengano poste in essere tutte le iniziative favorevoli, ora più che mai, alla rinascita della filiera zootecnica ovina e a sostenere le aziende in questo momento di difficoltà produttiva e commerciale. Riguardo all’insediamento di nuovi allevamenti in Abruzzo, e all’ampliamento di quelli esistenti, non mancano, oltretutto, le opportunità di accesso a interventi pubblici: per l’11 aprile è attesa infatti la pubblicazione dei bandi del PNRR per l’agricoltura a valere sulle filiere agroalimentari, che prevedono risorse per circa 3 miliardi di euro; non meno importanti sono i finanziamenti riconducibili alla riprogrammazione del PSR Abruzzo (Piano di sviluppo rurale).
Anche alla luce di questo, i produttori di arrosticini si rendono disponibili a collaborare con la Regione per un’analisi condivisa di possibili azioni utili ad affrontare la crisi in atto.