Chieti. Lo scorso martedì 28 marzo, con la corona di alloro e i fiori dati alle fiamme presso il Largo dei Martiri delle foibe di Chieti Scalo, non è stato solo calpestato il ricordo degli italiani assassinati e perseguitati alla fine del secondo conflitto mondiale bensì si è anche fatta luce su qualcosa” dichiara il portavoce della Comunità Militante Coscienza e Dovere.
“L’accaduto di Via Amiterno ha dimostrato, in primis, quanto sia ancora importante diffondere le storie, i vissuti e le eroiche esistenze dei nostri connazionali schiacciati dall’odio anti-italiano.
In secondo luogo, dimostra quanto ancora la coscienza di questa pagina nera della storia italiana sia espressa solo attraverso mere forme istituzionali – come quella del Giorno del Ricordo dei Martiri delle foibe e degli esuli Giuliano-Dalmati – relegando fuori dal sentire politico e civile i nostri connazionali.
Armati di guanti, scope, stracci, raschietti e sacchi, la zona è stata riqualificata dopo un sommario e, ci permettiamo di dirlo, imbarazzante intervento del Comune, che si è limitato a togliere la corona incendiata per mano di vigliacchi senza un briciolo di consapevolezza storica e morale.”
Conclude il portavoce: “Al posto di chi preferisce girare la testa e ignorare l’accaduto, la Comunità Militante Coscienza e Dovere ha scelto di rispondere ripulendo l’area del parco e deponendo una nuova corona di fiori.
Le vittime dell’odio dei partigiani comunisti, che dopo ancora ottant’anni elemosinano il loro tributo, fanno ancora paura a chi odia per professione e a chi teme di schierarsi per difendere la verità e la giustizia.
I Martiri delle Foibe non si toccano!”