Vasto. Le energie delle pietre accompagnano da secoli i percorsi dell’uomo verso delle propensioni o discipline benefiche che infondono delle particolari armonie vibrazionali. Basti pensare alla cristalloterapia e all’equilibrio dei chakra, ovvero al flusso dei nostri centri energetici e alla cura che, per mezzo delle pietre, offriamo ad essi. Di consuetudine, vengono attenzionate le pietre dure, grezze o burattate, le quali origini e composizioni dei minerali hanno delle caratteristiche ben specifiche per motivarci al nostro controllo psicofisico.
Ma ogni pietra, che sia di terra, di fiume o di mare, seppur non individuata con delle caratteristiche particolari, trattiene al suo interno delle qualità energetiche che possono aiutarci a dare forma al nostro equilibrio spirituale e perché no, anche alla nostra creatività. L’artista vastese Cinzia Corti, nata il 12 agosto del 1961, attraverso la sua arte, ben disciplinata, ce lo dimostra. Lei è la pittrice delle pietre e, mediante i suoi artistici elaborati, riesce a dare nuova vita ad esse. Con un’attenta osservazione identitaria dei ciottoli, da lei accuratamente scelti, ne figura l’immagine più rappresentativa, un po’ come si fa con le nuvole quando si prova a fantasticare dei soggetti delineandone le forme che percepiamo.
La sua arte è dunque, un racchiudere queste poliedricità di “ascolto” verso i sassi, al fine di trasformarli in vere opere pittoriche. Osservando il dipinto “È ora di primavera” ci lasciamo travolgere dalla pulsione della natura. Nella scena due fanciulle immerse nel verde prato ci trasmettono la voglia di primavera e, con i loro cappellini parasole, sprigionano il rifiorire della stagione. Tinte vivaci e papaveri in primo piano olezzano di bellezza, dando il benvenuto al benaugurato clima mite. Da quest’opera annunciata con variopinta vitalità, riusciamo dunque, a focalizzare l’attenzione sulla gentilezza della vita e ad accoglierne delle importanti energie positive.
In un altro sasso dipinto da Corti troviamo invece un’altra situazione esistenziale che ne circoscrive il peso, la responsabilità e il dolore legato alle brutture del mondo, si tratta dell’opera “Aspettando l’abbraccio dell’Ucraina e della Russia”, dove la voce della speranza desidera porre fine alla guerra. Nella elaborazione artistica, una mano di una persona russa e una mano di una persona ucraina si stringono in segno di pace, dichiarandosi fratellanza. Indossano le tinte delle loro bandiere, racchiudendo bensì, un significato importantissimo e di forte riflessione morale tra la visione centrale di due corpi che si stringono affettuosamente. In alto, un cuore avvolto da una fascia bianca assorbe il malessere straziante legato al ‘qui e ora’. Tale ciottolo, estroietta anch’esso delle energie positive, ma al contempo, allarma l’esistenza per quelle onde energetiche negative sulle quali bisogna imparare a navigarci dentro purificandole d’amore.
In ultimo, l’opera realizzata su un altro suggestivo sasso è “Un ringraziamento ai sanitari”. Il dipinto accoglie l’immagine di una donna, con il camice chirurgico, pronta per soccorrere le vittime del pandemico Covid19 e, con gli occhi gonfi e stanchi di lacrime invoca, in cuor suo, il desiderio di rinascita. Ovvero, auspica in una sorta di resurrezione dal male, proprio come fa un’araba fenice quando risorge dalle ceneri, figurandone una visione drammaticamente reale che fluisce di vibroenergie negative ma altrettanto risolutive e determinate dal buon cambiamento.
D’altronde, come sostiene Confucio, “Per mettere il mondo in ordine, dobbiamo mettere la nazione in ordine. Per mettere la nazione in ordine, dobbiamo mettere la famiglia in ordine. Per mettere la famiglia in ordine, dobbiamo coltivare la nostra vita personale. Per coltivare la nostra vita personale, dobbiamo prima mettere a posto i nostri cuori”. Tuttavia, per trovare l’equilibrio nello spirito del mondo, dobbiamo guardarci dentro e, attraverso le sinergie vibrazionali date dalle fonti benefiche naturali, dobbiamo farci dono dell’ascolto, poiché il mondo è come un plesso solare e bisogna conquistarlo autoeducandoci all’amore incondizionato.