L’Aquila. L’Aquila risorge, ma non tutta: Sant’Antonio tra siringhe, silenzi e rassegnazione. Mentre il centro storico dell’Aquila si mostra tirato a lucido, tra inaugurazioni, eventi culturali e facciate restaurate, a pochi chilometri di distanza si consuma una realtà completamente diversa.
Al Progetto C.A.S.E. di Sant’Antonio, uno dei vari quartieri nati dopo il sisma del 2009, le famiglie convivono con siringhe abbandonate, sporcizia, degrado e abbandono istituzionale.
A raccontarlo, senza filtri, sono Gabriele Ferrara (assistente sociale) e Gamal Bouchaib (mediatore culturale), che hanno realizzato un video denuncia di 10 minuti disponibile su YouTube, frutto della loro nuova tappa di un tour civico e sociale che ha già toccato zone come Pagliare di Sassa.
Il centro splende, ma le periferie marciscono.
“Basta girare l’angolo per vedere un’altra città”, con queste parole Ferrara e Bouchaib accompagnano le immagini del complesso case di Sant’Antonio, “zone infestate da siringhe, rifiuti e una generale sensazione di trascuratezza. Il centro ha luci, restauri e investimenti. Le periferie dei progetti CASE solo rifiuti, degrado, senso di abbandono e paura”.
“Una situazione che non è nuova”, proseguono gli attivisti, “ma che troppo spesso viene ignorata o minimizzata. È Ora che le persone inizino a prendere coscienza di ciò che li circonda e che le istituzioni e la politica intervengano. In questo tour sociale e civico ha l’obiettivo di sensibilizzare, raccontare e smuovere le coscienze. Ma anche di ascoltare i residenti e proporre soluzioni”.
Gabriele Ferrara e Gamal Bouchaib non sono attivisti improvvisati: da anni lavorano con il territorio, le
fragilità e le comunità dimenticate. Insieme, hanno già realizzato anche un documentario su devianza
giovanile e integrazione, centrato sul tema dei minori stranieri a L’Aquila.
“Non possiamo accettare di avere delle periferie di serie B. La vera rinascita di L’Aquila”, concludono Ferrara e Bouchaib, “sarà quando anche Sant’Antonio, Sassa, Bazzano, Paganica, Coppito, Cese di Preturo e altri quartieri avranno la stessa dignità del centro storico. Il degrado non è solo una questione estetica. È un problema sociale: chi vive in queste zone rischia di restare escluso da informazioni, opportunità, servizi. Ci sono persone che potrebbero beneficiare di servizi, sostegni o agevolazioni, ma spesso non ne sono informate e in alcune situazioni, chi cerca risposte si trova a dover affrontare difficoltà nell’accesso alle informazioni”.
Qui il link del video:
https://www.youtube.com/watch?v=svkVNYFjt2c&t=4s