L’Aquila. Luminosa sgorghi di bellezza fluente, evangelizzando le donne d’Abruzzo di nuda purezza. Nella piazza Battaglione Alpini, sita nel cuore della città aquilana, erge la monumentale fontana luminosa, ovvero uno dei simboli di maggiore dominanza del luogo che esalta l’ingresso del corso Vittorio Emanuele con esemplare morbidezza artistica.
Lo sculture Nicola D’Antino originario di Caramanico Terme, nonché allievo e amico di Francesco Paolo Michetti, con il suo indiscusso talento realizzò questo splendore nell’anno 1934, offrendo al capoluogo di regione un grandissimo valore aggiunto che ne trae un punto di riferimento importante per i suoi abitanti. Sottoposta a numerosi restauri, ricordiamo il più recente, successivo al sisma del 2009, il quale, pur non avendo riportato gravi danni alla struttura, ne ridiede la desiderata operosità al pubblico soltanto nel dicembre del 2016.
La fontana figura due donne nude in bronzo che sorreggono la caratteristica conca abruzzese dalla quale sorga l’acqua. Posta su una pianta circolare e sollevata da alcuni scalini, è circondata da vigorosi zampilli che, spumosamente, giocano di giorno con la virtù della luce solare, mentre di notte si lasciano animare da alcune luci colorate beneficiandone, bensì, di iridescenza. E, proprio da questa caratteristica elogiativa ne ha preso il nome di “fontana luminosa”.
In inverno acquisisce un fascino particolare a causa delle basse temperature tipiche della località. Infatti, quando l’aria fredda regna pretensiosa tra le strade del capoluogo con forza irreprimibile, soventemente le acque della fontana si congelano creando delle meravigliose sculture cristalline incastonate sulla stessa. Si tratta dunque di una visione unica, poiché la scultura del D’Antino si impregna laboriosamente di nuove forme e, come fosse una scatola pregiata, accoglie a sé indescrivibili produzioni artistiche donate dalla mano esperta della natura.