L’Aquila. Il presidente del consiglio comunale dell’Aquila, Roberto Tinari (Forza Italia), mette like a dei commenti su Facebook offensivi nei confronti di Emanuela Di Giovambattista, segretaria del Pd dell’Aquila ed ex assessore comunale. Denunciano l’accaduto Michele Fina, segretario del Pd Abruzzo, e l’onorevole Stefania Pezzopane (Pd).
“Il presidente del consiglio comunale dell’Aquila, Roberto Tinari, pubblica un post polemico con la segretaria del Pd dell’Aquila ed ex assessore comunale Emanuela Di Giovambattista. Tra i commenti dei suoi sostenitori ce ne sono due schifosamente violenti e sessisti: uno dice “la classica zoccolaccia” e l’altro “deve lavarsi la bocca con l’acido muriatico”. Il presidente, dall’alto del suo ruolo di garanzia e nel rispetto della dignità delle donne, si è dissociato o almeno ha ignorato questi commenti? No, li ha apprezzati. Evidentemente rappresentano il suo pensiero”. Lo scrive in un post su Facebook Michele Fina.
“Vorrei sapere dagli esponenti nazionali e regionali di Forza Italia, partito che pure vanta una donna alla seconda carica dello Stato, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, e due capogruppo donna alla Camera e al Senato, Mariastella Gelmini ed Anna Maria Bernini, se queste sono le espressioni che riservano alle donne e se condividono anche loro questi commenti” afferma Fina.
“Zoccolaccia e altre infime parole sono state rivolte alla segretaria del Pd Emanuela Di Giovambattista” commenta Stefania Pezzopane. “Tali ignobili apprezzamenti sono stati scritti sotto un post del presidente del consiglio comunale, Roberto Tinari. Quegli insulti non solo non sono stati eliminati, ma sono stati accolti con un “mi piace”. Nell’esprimere solidarietà a Emanuela, ribadisco che è inaccettabile tutto ciò e che queste cose accadono sempre verso noi donne. Sono infatti esattamente dello stesso tenore, di quelli da me ricevuti sotto altri post qualche settimana fa. Puttana, nana, merda, zoccolaccia, ecc. Bisogna sempre reagire a tali nefandezze con le querele e con la denuncia politica” conclude Pezzopane.