L’Aquila. Al via una raccolta fondi per il “prepensionamento del dirigente alla viabilità della Provincia dell’Aquila, Francesco Bonanni, l’estensore dell’editto medievale rifiutatosi di ritirarlo, nella speranza che anticipi i tempi del suo passaggio a carico dell’Inps”. È la provocazione contenuta in una nota dei
Motociclisti Aquilani e del presidente dell’associazione, Massimiliano Mari Fiamma, che tornano a manifestare contro la chiusura alle due ruote di una una trentina di strade provinciali “di grande impatto turistico”, stabilita
nelle scorse settimane da un’ordinanza del dirigente Bonanni, che ha sollevato polemiche anche fuori dai confini regionali.
“Un’intera provincia chiusa e trascurata, ostaggio di burocrati senza scrupoli e politici inetti ed inadeguati mentre l’economia crolla nel totale silenzio di tutte le forze politiche, della Camera di Commercio, di sindaci e amministratori locali (con rare e sporadiche eccezioni appena percepibili) perché tanto
‘le moto danno solo fastidio'”, si legge nella nota. “Non è proprio così dato che, a fronte di qualche decina di piloti della domenica, buoni solo ad atteggiarsi al bar dello sport, sono migliaia e migliaia i mototuristi che arrivano (arrivavano) in Abruzzo, dormendo, mangiando, spendendo e, soprattutto, parlando in giro dei panorami mozzafiato di questa splendida terra”, proseguono i centauri aquilani. “Una pietra tombale sulla stagione mototuristica e danni ormai irreversibili per le aree interne mortificate, ignorate e malgestite dall’amministrazione provinciale dell’Aquila, presieduta da Angelo Caruso, che, nonostante sia un ente fantasma con vertici mai passati al vaglio elettorale, è stato lo stesso in grado di produrre disastri inenarrabili”,
spiegano ancora nella nota in motociclisti aquilani, “un’economia non certo marginale se, nel 2016, si sono registrati oltre 400 mila passaggi sul solo Gran Sasso ed un indotto stimato in circa 8 milioni di euro nelle aree
interne nonostante la penuria di strutture ricettive, ma questo sembra importare poco a chi ha la pagnotta assicurata”. I motociclisti si sono resi autori di manifestazioni di protesta con gite nella strade chiuse ed hanno
attaccato la Provincia per gli annunci di interventi e riaperture di alcune strade “mai avvenuti”.