Chieti. L’amministrazione comunale di Chieti e familiari di malati oncologici si rivolgono alla Asl Lanciano Vasto Chieti per chiedere tempi brevi e certi circa l’acquisto di un acceleratore lineare, per il
quale sono disponibili già oltre due milioni di euro ma manca il progetto esecutivo, e di una Pet Tac che possa essere collocata in pianti stabile, sempre al policlinico di Chieti, al posto di quella presa a noleggio e collocata su un tir all’esterno dell’ospedale, ed il cui contratto di noleggio, già prorogato quattro volte in otto anni, scadrà il prossimo 31 gennaio.
L’appello è stato lanciato in una lettera iniziata all’Asl e nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno perso parte il sindaco Diego Ferrara, l’assessore alla sanità Giancarlo Cascini, la presidente della commissione Sanità Gabriella Ianiro, Federico Gallucci e Patrizia Bonora a nome delle associazioni di malati e famigliari di malati ovvero La gente d’Abruzzo. G.A.I.A., Lory a colori, ISA, Il popolo di Chieti, Azione Parkinson Abruzzo Odv, Amici per la vita.
”Chiediamo risposte più circostanziate su tempi e procedure per l’acquisizione di questi importanti strumenti di diagnostica e trattamento di delicatissime patologie – dice Ferrara. Sappiamo che i finanziamenti per procedere sono stati acquisiti dalla Regione e vorremmo che si velocizzasse l’iter dell’acquisto, per impedire ai nostri pazienti fragili di andare in altri ospedali. Sappiamo anche che la Asl sta approntando la dislocazione a Ortona e Lanciano dei reparti di Dermatologia e Odontostomatologia, che in quanto reparti universitari dovrebbero invece restare in città, ma ciò purtroppo non sta accadendo, con grande disagio per gli utenti”.
”Abbiamo chiesto un incontro al Direttore generale, con il quale intendiamo iniziare una interlocuzione costruttiva per capire a che punto è l’iter per l’acceleratore lineare – ha detto Gallucci. La tac a servizio dei laser è obsoleta, comprarne una di ultima generazione costa sui 400.000 euro, si tratta di una minima spesa rispetto a quanto si spende impiegando male le risorse, senza ottimizzare la nostra radioterapia”. ”Se non avremo risposte – ha concluso Gallucci – , chiederemo anche al Prefetto di essere ricevuti e andremo oltre, anche in Procura perché i malati non possono aspettare”.