Lanciata Juice, la sonda diretta a Giove e alle sue lune Europa, Ganimede e Callisto, che sotto la superficie ghiacciata nascondono oceani che potrebbero ospitare la vita. Il lancio è avvenuto con un Ariane 5 dalla base europea di Kourou (Guyana Francese) ed è l’inizio di un viaggio di 8 anni.
Nella missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) l’Italia ha un ruolo di primo piano con Agenzia Spaziale
Italiana (Asi), università, enti pubblici di ricerca e industria. Sono italiani sia un terzo degli strumenti destinati a
studiare da vicino mondi così lontani, sia i pannelli solari di Juice, i più grandi mai andati nello spazio.
A bordo di Juice (Jupiter Icy Moons Explorerer) c’è anche una placca nella quale sono riprodotti il frontespizio e le due pagine del libro ‘Sidereus Nuncius’, nel quale nel 1610 Galileo aveva descritto le lune alle quali è diretta la missione. Nel viaggio di otto anni appena cominciato, la sonda Juice prenderà la spinta per raggiungere Giove grazie ai passaggi ravvicinati con Venere, con la Terra e, per la prima volta nella storia dell’ esplorazione spaziale, anche con il sistema Terra-Luna. L’arrivo nell’orbita di Giove è atteso nel luglio 2031, poi inizieranno i passaggi ravvicinati alle tre lune.
La sonda ha cominciato il suo lungo viaggio rispettando gli appuntamenti previsti e il suo segnale è stato acquisito dalle antenne della stazione di Terra australiana a New Norcia. A 26 minuti dal lancio, avvenuto con un Ariane 5 dalla base europea di Kourou, il segnale della separazione della sonda dal lanciatore è stato acquisito dalla base di Malindi dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Il secondo passaggio importante è stata l’acquisizione del segnale della sonda e a 99 minuti dal lancio è atteso il dispiegamento dei pannelli solari.
Juice ha dispiegato i suoi pannelli solari, che con una superficie di 85 metri quadrati sono i più grandi mai andati nello spazio. Lo rende noto l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), che in un tweet commenta: “con il raggiungimento di questa pietra miliare, possiamo dire di avere una missione”.
Realizzati in Italia da Leonardo, nello stabilimento di Nerviano (Milano), i pannelli solari alimenteranno tutti
gli strumenti a bordo della sonda producendo complessivamente 800 Watt : una quantità di energia pari a quella
che fa funzionare un forno a microonde e che dà l’dea diella grande efficienza degli strumenti di bordo del
veicolo spaziale. I pannelli solari di Juice sono secondi solo a quelli della missione Rosetta, che avevano una
superficie di 64 metri quadrati. Sono dieci pannelli da 2,5 metri per tre, composti da 3.000 celle solari
all’arseniuro di gallio e progettati per un ambiente difficile come quello di Giove.
“Una giornata storica per l’Europa e per l’Italia”: così il presidente dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf), Marco Tavani, commenta il lancio della missione Juice dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Adesso, aggiunge, comincia “un percorso lungo e difficile” e “sono contento che la comunità scientifica e tecnologica italiana partecipi a questa missione bellissima. Abbiamo bisogno di programmi come Juice e che l’italia vi partecipi da leader”.
Le missioni come Huice, osserva, “richiedono anni di lavoro e per questo bisogna avere team scientifici che si rinnovano, con una dinamica che deve continuare per anni. In percorsi lunghi e difficili come questi, è importante avere una focalizzazione scientifica precisa, con obiettivi ben definiti”.
Tavani osserva inoltre che “l’Inaf vanta un contributo fondamentale a bordo della missione, con la leadership in diversi strumenti scientifici come Majis e Janus e un team di ricercatrici e ricercatori di prim’ordine”.
Un altro motivo di orgoglio, aggiunge, è che “Juice volerà verso il gigante gassoso con a bordo una placca commemorativa dedicata al nostro Galileo Galilei e al suo ‘Sidereus Nuncius’, il libro dove riportò le prime incredibili osservazioni di Giove e dei suoi satelliti realizzate con il cannocchiale. Un gesto quello di Galileo, che punta il cannocchiale verso il cielo, apparentemente ‘inutile’. ma che ha cambiato il mondo. L’Inaf si conferma ancora una volta come ente di ricerca italiano protagonista delle missioni spaziali di esplorazione del Sistema solare e dell’Universo, a dimostrazione del livello di eccellenza scientifica del nostro Paese”.
Una missione all’avangurdia, che incoraggia i giovani ad avvicinarsi alla ricerca in campo spaziale: così vede la missione Juice Francesco Rizzi, responsabile del business Spazio & Optronica di Leonardo.
“Siamo orgogliosi di contribuire insieme all’Agenzia Spaziale Italiana e al mondo accademico a questa missione europea per studiare Giove e le sue lune”, ha aggiuge. “Juice inizia ora il suo viaggio di otto anni, in cui i più grandi pannelli solari mai realizzati per una missione spaziale forniranno l’energia necessaria alla sonda e a tutti gli strumenti a bordo. Tra questi anche ‘occhi’ italiani, la camera ad alta risoluzione Janus e l’iperspettrale di Majis, realizzati da Leonardo, che studieranno una luna molto più lontana della nostra”.
Secondo Rizzi “sono proprio missioni come Juice che spingono lontano le frontiere della tecnologia e della conoscenza umana, e incoraggiano i giovani a raccogliere le nuove sfide dello spazio”. Leonardo contribuisce a
Juice con strumenti come il telescopio Janus e lo spettrometro di Majis, realizzati nello stabilimento di Leonardo a Campi Bisenzio (Firenze), mentre i pannelli solari sono stati realizzati nello stabilimento di Leonardo a Nerviano (Milano). Un lavoro di squadra, rileva l’azienda in una nota, che vede coinvolte anche Thales Alenia Space (Thales-Leonardo) e Telespazio (Leonardo-Thales).
La prima ha realizzato lo strumento Rime (Radar Sounder for Icy Moons Exploration) con l’Università di Trento e tramite il contributo di alcune unità fornite dal Jet propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. Con l’Università di Roma La Sapienza, invece, Thales Alenia Space ha lavorato al KaT (Ka Translator) dello strumento 3GM. Infine, Telespazio, attraverso la controllata Telespazio Germany, fornisce supporto ingegneristico e operativo al Centro europeo per le operazioni spaziali dell’Esa, l’Esoc.