Palline di vetro, di stoffa, di legno, di resina e poi ancora biscotti da appendere all’albero, ghirlande e calze. Durante le feste, a cominciare dalla tradizione dell’8 dicembre, anticipata in tante famiglie a prima della fine di novembre, le case si riempiono di addobbi. Si comincia dalla porta di ingresso e si prosegue in ogni stanza, trovando spazio anche al presepe.
L’albero di Natale
L’origine dell’albero di Natale è antica con tracce nella cultura celtica e in quella vichinga: l’abete è un sempreverde, non perde le foglie con l’inverno, e significa eternità e passaggio dal dominio delle tenebre a quello della luce. L’abitudine di decorare questi alberi di Natale si collega a Yule, che nelle tradizioni germanica e celtica precristiana, coincide col solstizio d’inverno, il 21 dicembre. Nel paganesimo e nel neopaganesimo, soprattutto in quello germanico, rappresenta uno degli otto giorni solari, o sabbat, e viene celebrata intorno al 21 dicembre nell’emisfero settentrionale e intorno al 21 giugno in quello meridionale, ancora oggi, dalle wicca. Nei paesi scandinavi, il termine Jul significa sia Yule che Natale, e viene talvolta usato anche per indicare altre festività di dicembre. Il termine si è diffuso anche nelle lingue finniche per indicare il Natale (in finlandese “Joulu”): il legame fra le due tradizioni è evidente. Fra i popoli germanici l’albero era simbolo di fertilità e veniva addobbato in riti propiziatori. Al termine, l’albero veniva bruciato.
Storicamente i primi alberi di Natale comparvero in Estonia, nel 1441: a Tallin, nella piazza principale, veniva allestito un grande albero attorno a cui nubili e scapoli danzavano sperando di trovare l’anima gemella. L’usanza si diffuse poi in Germania e nel Sedicesimo secolo sono attestate testimonianze di alberi di Natale addobbati con frutta e fiori di carta. Un’usanza simile a quella che ancora oggi portano avanti le wicca col ramo di Yule, decorato con biglietti sui quali vengono espressi desideri e benedizioni. I primi alberi di Natale, dunque, appartenevano alla vita pubblica: bisognerà aspettare il XVII secolo ed agli inizi del secolo successivo per trovare l’albero di Natale nelle case della Renania. L’uso di candele per addobbare i rami dell’albero è attestato già nel XVIII secolo.
Per molto tempo, la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord del Reno, mentre era meno diffusa nelle regioni germaniche più a sud, dove i cattolici lo consideravano un uso protestante. Furono gli ufficiali prussiani, dopo il Congresso di Vienna, a contribuire alla sua diffusione negli anni successivi.
A Vienna l’ albero di Natale apparve nel 1816, per volere della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg, e in Francia nel 1840, introdotto dalla duchessa di Orléans. In Italia, invece, la prima ad addobbare un albero di Natale fu la regina Margherita, sempre nella seconda metà dell’Ottocento, al Quirinale. Da lei la moda si diffuse velocemente in tutto il Paese: non a caso l’albero di Natale è una delle poche tradizioni straniere ad essere arrivate in Italia prima della sua diffusione, di tipo più consumistico, del secondo dopoguerra. Per avere una produzione di alberi natalizi bisogna però andare in Svizzera e Germania, ai primi dell’Ottocento.
L’albero di Natale vittoriano
Fino a metà Ottocento, o meglio fino al matrimonio della regina Vittoria con il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, la tradizione natalizia inglese – sottolinea Antonia Romagnoli, scrittrice, appassionata di 800 inglese e studiosa di epoca vittoriana cui è dedicato il sito web Il salotto di miss Darcy – è piuttosto spoglia. I festeggiamenti erano sottotono rispetto a come saranno in epoca vittoriana. L’albero di Natale, fino all’arrivo del principe tedesco, nelle case inglesi non compariva affatto. Fu Alberto a importare la tradizione a palazzo, e grazie soprattutto alla rivista “The Illustrated London News” che nel 1848 propose una litografia raffigurante la famiglia reale attorno all’Albero di Natale, la tradizione invase ben presto tutte le case inglesi di un certo lignaggio.
Dopo il 1848, quindi, le famiglie nobili e le più abbienti avevano le case decorate sulla scia del palazzo reale: nei salotti l’albero di Natale dominava la scena, ma non mancavano altre decorazioni. Per tradizione, l’ albero di Natale si acquistava nei giorni precedenti il Natale, ma si decorava alla Vigilia. I bambini erano tenuti fuori dalla sala fino a che l’albero non era completato.
Alberi artificiali comparvero già dalla metà dell’Ottocento, fatti con piume colorate di verde. Per coprire l’appoggio degli alberi, veniva realizzato un piccolo paesaggio con monti, casette, ferrovie, animali, ambientazioni in cartapesta e legno quanto alle decorazioni le cartoline vittoriane di auguri ci mostrano con esattezza che tipo di oggetti e che stile si usasse, una vera e propria arte natalizia il cui fascino è ben presente ancora oggi. Gli addobbi allora si realizzavano in casa o avendone le possibilità si acquistavano importati dalla Germania. Anche in Italia si confezionavano gli addobbi nelle case prima che il mercato delle decorazioni di Natale non arrivasse alla grande diffusione globale di oggi con le etichette made in Prcc, ossia Cina, acquistabili tutte simili in tutto il mondo. All’epoca ottocentesca fra le decorazioni artigianali c’erano alimenti come biscotti, noci e frutta secca, frutta candita, dolci colorati e infiocchettati e poi ancora nastri di vario genere, catenelle di carta colorata, strisce dorate (le progenitrici dei più moderni capelli d’angelo) e le decorazioni fatte con carta ritagliata.
Minimal o Eclettico?
Lo stile vittoriano di decorazioni natalizie è arrivato fino a noi ma da tempo ha lasciato il posto o quanto meno è in concorrenza, soprattutto per chi ama uno stile più contemporaneo e meno classico di home design ad addobbi diversi, minimal con poche palle nell’albero – monocolore oro, argento, azzurro, rosso – o eclettico. Quest’ultimo vede palline e oggetti da appendere di ogni genere diverso dalle casette di legno al quadretto con tanto di cornice oro con l’effige di re Carlo e della regina Camilla come visto a Londra nello storico department store di Liberty. Le palline di vetro, per anni introvabili, sono tornate in auge e ora hanno forme geometriche ma riproducono anche, con colori sgargianti, cibo e bevande, accessori moda, animali domestici, macchine e tanto altro. C’è il sirenetto, l’arcobaleno Lgbt, la pallina a forma di telefono, a forma di tacchi a spillo… E ci sono poi alberi monotematici come materiali: solo palline di vetro, solo legno, solo feltro, solo biscotti. Sempre più diffusi inoltre in Italia di ogni dimensione anche molto grande i soldatini di legno, i Nussknacker, gli schiaccianoci di ispirazione tedesca (sinonimo di protezione e prosperità per la famiglia) diffusissimi anche nel mondo anglosassone.