Scanno. Torna ad innalzarsi il livello delle acque del lago di Scanno, dopo il brusco calo di circa sette metri avvenuto la scorsa estate. “Grazie alle abbondanti piogge delle ultime settimane e alle discrete nevicate di questo inverno, tornano a scorrere carichi di acqua i principali immissari del nostro lago, il Tasso e il Carapale, e riprendono a scendere i torrenti dai valloni in alta quota: si rialza così, finalmente, anche il livello dello specchio lacustre”, spiega Cristian Pace, presidente del Consiglio comunale di Scanno, con delega a lago, ambiente e innovazione.
Per ora si tratta di “una risalita di circa due metri”, specifica Pace, di un bacino naturale che “negli ultimi anni è soggetto ad escursioni sempre più estreme: sono stati più repentini e meno stagionali gli sbalzi di livello, dalle piene ad abbassamenti drastici, come quello di circa 7 metri dei mesi scorsi”. Il lago a quasi mille metri di quota, incastonato tra i monti e tra i due comuni di Scanno e Villalago, richiama ogni anno migliaia di visitatori anche per la sua ormai forma di cuore, visibile da un’altura, raggiungibile tramite il cosiddetto ‘Sentiero del Cuore’. ‘Bandiera blu’ e ‘bandiera arancione’, lo specchio d’acqua con le sue oscillazioni desta preoccupazioni da anni da parte dei locali.
Ma già nel 2009, a seguito del drammatico terremoto dell’Aquila, quando il lago subì un altro abbassamento, uno studio condotto dal geofisico Fabio Florindo, dirigente dell’Ingv (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), aveva fugato le teorie sulle crepe del fondale da cui sarebbero fuoriuscite irrimediabilmente enormi quantità di acqua. Florindo con il suo team tra le altre cose scattò delle foto uniche delle profondità, intravedendo piccole imbarcazioni affondate, oggetti e tanta fauna ittica. Nei mesi appena trascorsi, sulle rive diventate profonde per via del prosciugamento, erano emerse decine di ‘Anodonta cygnea’, un bivalve non commestibile, comunemente noto come cozza di lago. “Purtroppo – conclude Pace – queste forti oscillazioni provocano anche lo slittamento dei terreni e problemi di cedimento delle strutture che si trovano a ridosso delle sponde: muri, recinti, abitazioni, strade”.