Il settore aerospaziale italiano è al centro di una fase di grande trasformazione, con numeri che testimoniano il suo ruolo strategico per l’economia nazionale. Con oltre 400 aziende attive e un fatturato superiore ai 3 miliardi di euro, il comparto cresce a un tasso annuo del 5,4%, secondo quanto riportato dal rapporto SACE 2024. Questa crescita è trainata da investimenti in ricerca e sviluppo, digitalizzazione e innovazioni tecnologiche, ma restano sfide strutturali che richiedono soluzioni urgenti.
Un settore promettente, ma frammentato
Nonostante i risultati positivi, il panorama italiano si distingue per la sua frammentazione rispetto ai principali competitor europei. In Francia, ad esempio, Airbus domina il settore con un ruolo centrale sia nella produzione che nella distribuzione, mentre in Germania aziende come OHB e MT Aerospace hanno creato filiere integrate grazie alla collaborazione tra pubblico e privato. In Italia, invece, Leonardo e Avio sono i protagonisti indiscussi, ma la filiera delle PMI appare dispersiva e poco coordinata. Questa mancanza di integrazione limita la capacità del settore di attrarre investimenti privati e competere su scala globale. Un’eccezione interessante è rappresentata da Novaeka, una scale-up innovativa che si sta distinguendo nello sviluppo di banchi di test per razzi. La sua specializzazione in una nicchia altamente strategica potrebbe fungere da modello per altre realtà italiane, dimostrando come l’innovazione possa diventare un volano per la crescita.
Il ruolo chiave del Private Equity
L’aerospazio richiede ingenti investimenti in capitale per lo sviluppo di tecnologie avanzate e infrastrutture moderne. Attualmente, il settore italiano dipende fortemente da finanziamenti pubblici e bandi europei, con una presenza limitata di capitali privati. L’ingresso di fondi di Private Equity potrebbe colmare questa lacuna, fornendo alle PMI le risorse necessarie per espandersi e competere a livello internazionale.
In Francia, ad esempio, fondi come Ardian e Bpifrance hanno sostenuto il consolidamento delle aziende locali, mentre in Germania gruppi come Deutsche Beteiligungs AG hanno finanziato operazioni strategiche di crescita. In Italia, invece, il Private Equity ha mostrato scarsa attenzione verso il settore aerospaziale, concentrando gli investimenti su comparti più tradizionali come il manifatturiero e l’energia.
La piramide McKinsey applicata all’aerospazio
Per comprendere meglio le dinamiche del settore e individuare aree di crescita, è utile applicare la Piramide McKinsey, uno strumento strategico che suddivide il mercato in tre livelli chiave: operativo, strategico e innovativo.
- Livello Operativo
Alla base della piramide si trovano i fornitori e subappaltatori che producono componenti essenziali per satelliti, motori e strutture aerospaziali. Questo segmento è altamente frammentato, con margini ridotti e una forte dipendenza dai grandi contractor. L’intervento del Private Equity potrebbe favorire fusioni e acquisizioni, creando aziende più competitive e resilienti. - Livello Strategico
Al centro della piramide si posizionano i grandi integratori di sistemi, come Leonardo e Avio, che gestiscono progetti complessi e contratti internazionali. Per mantenere la leadership, queste aziende devono investire costantemente in innovazione e digitalizzazione. Il Private Equity può giocare un ruolo cruciale fornendo finanziamenti mirati per lo sviluppo di nuove tecnologie. - Livello Innovativo
Al vertice della piramide si trovano startup e aziende emergenti che sviluppano tecnologie dirompenti, come propulsione elettrica, materiali avanzati e intelligenza artificiale. Qui, il Venture Capital ha già avuto un impatto significativo, ma molte di queste imprese necessitano di capitali più strutturati per scalare e consolidarsi. Novaeka è un esempio emblematico: grazie alla sua specializzazione nei banchi di test fluidici per razzi, sta costruendo un ponte tra ricerca accademica e applicazione industriale. La sua nicchia, poco presidiata a livello internazionale, la rende particolarmente attraente per investitori alla ricerca di vantaggi competitivi chiari.
Un’altra azienda degna di nota è Qascom, specializzata in sicurezza e autenticazione dei sistemi di navigazione satellitare. Ha collaborato con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e la NASA per sviluppare il Lunar GNSS Receiver Experiment (LuGRE), un progetto che mira a utilizzare segnali GPS e Galileo per la navigazione sulla Luna. Lanciato con successo nel gennaio 2025, questo esperimento rappresenta un passo avanti significativo per future missioni lunari.
Le opportunità per le PMI
Le PMI costituiscono il 66% delle imprese aerospaziali italiane, mentre le startup rappresentano un ulteriore 27%. Tuttavia, il settore resta fortemente concentrato nelle mani di pochi grandi player, che da soli generano il 70% del fatturato complessivo, lasciando il restante 30% frammentato tra centinaia di piccole realtà. Questa distribuzione squilibrata si traduce in una persistente difficoltà di accesso ai capitali, rallentando la crescita autonoma delle PMI e limitandone il potenziale innovativo.
Nel segmento upstream, il valore del mercato è detenuto da meno di dieci aziende, mentre il segmento downstream appare più frammentato, ma altrettanto complesso da monetizzare senza economie di scala adeguate. Per superare queste barriere strutturali, l’ingresso di capitali di Private Equity potrebbe rivelarsi determinante, favorendo operazioni di fusione e acquisizione strategiche. In un contesto in cui la capacità di innovare e diversificare è cruciale, anche modelli di business basati su esperienze interattive, come le slot demo, dimostrano come l’accessibilità e la sperimentazione possano rappresentare un vantaggio competitivo, sia nel settore aerospaziale che in altre industrie tecnologiche.
Verso un futuro coordinato
Il futuro dell’aerospazio italiano dipende dalla capacità di sviluppare una governance efficace e coordinata. Attualmente, il settore soffre di una gestione frammentata, con una mancanza di sinergie tra istituzioni, imprese e centri di ricerca. L’istituzione di distretti industriali specializzati potrebbe favorire una maggiore collaborazione, migliorando l’accesso a finanziamenti e competenze strategiche.
Aziende come Novaeka dimostrano che, con il giusto supporto finanziario e strategico, è possibile accelerare il trasferimento tecnologico e creare poli di eccellenza capaci di competere a livello globale. Attrarre investitori internazionali e perseguire ambiziosi obiettivi di crescita potrebbe portare il settore italiano a raggiungere nuovi traguardi, consolidandosi come leader globale nell’innovazione aerospaziale.