Fu colto in…fallo e davanti alla prova inoppugnabile della foto che lo ritraeva con l’amante, commentò: “Però…non credevo di essere capace di tanto”. Era un celebre giornalista, dotato di spirito, ma la moglie lo mollò.
Nelle memorie degli inviati di un tempo restano ricordi curiosi, anche di natura grammatical-urologica. “A Mosca”, confessò a suo tempo uno di loro, “a sera, d’inverno, il parco era deserto; lei armeggiò col mio affare e, mentre facevo pipì, scrisse sulla neve: ‘T’amo’. Bella prodezza ma c’è un interrogativo: le difficoltà dell’apostrofo? Sul matrimonio, i tradimenti e il mondo della coppia lo scrittore Lev Tolstoj sentenziò: ‘I drammi peggiori si consumano in camera da letto’. Anche Ennio Flaiano, col suo sarcasmo, si cimentava sull’argomento: “Se necessario, occorre avere il coraggio di andare a letto con la propria moglie”
Oggi i rapporti sono aleatori e hanno la volatilità delle borse finanziarie: siamo lontani dal monito medievale della Chiesa secondo cui il matrimonio era ‘Remedium concupiscentiae’.
Lo scrittore Georges Simenon, padre del commissario Maigret, si vantava di aver avuto oltre duemila donne. Quando, negli anni 60, ormai famoso in tutto il mondo, venne a Milano per firmare il contratto con una casa editrice, gli chiesero se avesse bisogno di qualcosa: “Una bella puttana”. La prima moglie, dopo la separazione, lo definì un ubriacone e lui la ripagò con epiteti da meretricio. Spiegò così il motivo del proprio matrimonio: “L’ho fatto per difendermi dalla vita”.
A New York un uomo, sposatosi e separatosi più volte, maledisse il matrimonio ma una domenica, solo e disperato, chiamò la polizia: “Venite a prendermi, mettetemi dentro. Ho bisogno di parlare con qualcuno”
Poi c’è la sublimazione dell’amore di Eugenio Montale: “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio”.