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L’Abruzzo per il professore Emiliano Giancristofaro: ha raccontato il folklore d’Abruzzo

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
15 Giugno 2022
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Lanciano. Ha formato generazioni di giovani insegnando filosofia nei licei e Storia delle Tradizioni Popolari all’Università di Chieti, profondo conoscitore e studioso del folklore d’Abruzzo è stato nel direttivo della Deputazione Abruzzese di Storia Patria e caporedattore della Rivista Abruzzese, fondata nel 1948, di cui fu direttore dal 1963 al 2000.

Si è spento questa mattina all’ospedale di Lanciano (Chieti), a 84 anni, il professor Emiliano Giancristofaro, giornalista, storico, etnologo e scrittore.

La sera del 6 giugno scorso, giorno del suo compleanno, era stato colpito da ictus. Negli anni ’60 è stato co-fondatore della prima sezione abruzzese di Italia Nostra ed è stato presidente regionale dal 1994 al 2003. Insieme a Beniamino Rosati, Corrado Marciani e Antonino Di Giorgio condusse l’opposizione popolare all’insediamento dell’industria petrolchimica in Val di Sangro e la battaglia per la salvaguardia dell’abbazia di San Giovanni in Venere a Fossacesia e della Costa dei Trabocchi. A Lanciano lottò per la salvaguardia del patrimonio storico e ambientale e delle ville liberty.
Ricca la sua produzione letteraria. Ha collaborato con la rivista di etnologia Lares ed è stato direttore editoriale della casa editrice lancianese ‘Rocco Carabba’, promuovendone la rinascita. Ha donato la sua raccolta di materiale audiovisivo sulle credenze popolari abruzzesi alla Biblioteca comunale di Lanciano. Ha curato, con Ireneo Bellotta, gli Scritti rari di Alfonso Maria Di Nola, usciti in due volumi per la collana “Quaderni di Rivista Abruzzese”.

La sua attività di studioso è stata premiata nel 2005 dalla Camera di Commercio di Chieti con il riconoscimento speciale per “Fedeltà al Lavoro e al Progresso”, insieme a Sergio Marchionne (Fiat) e Renato Rossi (Sixty).
Lascia la moglie Lucia e i figli Lia, docente di Antropologia Culturale all’Università D’Annunzio di Chieti, ed Enrico, giornalista e storico, voce dell’emittente Telemax. “La sera del suo compleanno – dice Enrico Giancristofaro – papà era molto contento per i festeggiamenti ricevuti dalla famiglia, nipoti e amici, poi, improvvisamente il malore”.

 

 

ITALIA NOSTRA: “Addio a Emiliano Giancristofaro”

 

Socio di Italia Nostra dal 1963 fonda la prima sezione abruzzese a Lanciano nel 1967 e diventa una sentinella sul territorio per la difesa della natura e delle opere d’arte. Dal 2004 al 2009 è Presidente Regionale di Italia Nostra, poi nominato presidente onorario delle sezioni unite abruzzesi.

 

A lui si devono importanti battaglie, come quella in difesa del Parco Nazionale d’Abruzzo. Ma anche il vincolo naturalistico che tutela la Lecceta di Torino di Sangro e quello architettonico che ha salvato Villa Marciani a Lanciano, diventata poi la sede della Biblioteca Comunale. Innumerevoli le iniziative promosse in tutto il territorio regionale, da non dimenticare quella per il borgo di Pagliare di Sassa, una frazione dell’Aquila, alla fine degli anni ’90. Sua l’iniziativa di sollecitare le istituzioni locali e regionali per un nuovo uso del residuato ferroviario come “corridoio verde” della costa teatina. E infine la salvaguardia del promontorio di San Giovanni in Venere.

 

Emiliano Giancristofaro è stata la punta più avanzata della coscienza ecologica in Abruzzo, affiancato da personaggi del mondo scientifico e culturale come Beniamino Rosati, medico- umanista, Elena Croce, Corradino Marciani, Antonino Di Giorgio. Docente di filosofia, umanista, entologo, studioso del patrimonio demo-etnoantropologico abruzzese, brillante giornalista, documentato e polemico quando era necessario. Direttore della “Rivista Abruzzese” ne ha fatto un periodico autorevole dal punto di vista culturale e in prima linea nelle battaglie ambientaliste.

 

Il Sindaco di Cocullo, Sandro Chiocchio 

“Con profonda tristezza abbiamo appreso nella giornata di oggi che ci ha lasciato il Prof. Emiliano Giancristofaro, studioso raffinato e cittadino onorario di Cocullo. Il Prof. Giancristofaro, sul solco del lavoro fatto dal suo maestro Alfonso M. Di Nola, ha vissuto al fianco della comunità Cocullese l’evoluzione nel tempo della Festa di San Domenico Abate e del Rito dei serpari, studiandone le radici storiche e le caratteristiche antropologiche e divulgando, ovunque gli fosse possibile, i valori positivi e l’eccellenza del patrimonio immateriale che essa rappresenta. Il grande lavoro fatto dal Prof. Giancristofaro e dai suoi colleghi e amici antropologi e studiosi che hanno lavorato, e che lavorano, con l’Amministrazione comunale e con la comunità di Cocullo, ha posto basi solide per il lavoro che tutti noi dovremmo portare avanti nei prossimi anni nel suo nome e nel nome del suo collega e caro amico Prof. Ireneo Bellotta, anch’esso prematuramente scomparso pochi giorni fa. Segno tangibile del loro lavoro per Cocullo è certamente il Centro studi sulle tradizioni popolari intitolato ad Alfonso M. Di Nola, negli anni divenuto luogo di studio, di dibattito culturale e sede di convegni di richiamo internazionale sul tema delle tradizioni popolari, nonché il materiale bibliografico e multimediale risultato del loro lavoro che è patrimonio del Centro a disposizione degli studiosi di domani. Alla famiglia va la vicinanza dell’intera comunità di Cocullo, nella convinzione che il modo migliore per onorare il suo ricordo sarà quello di valorizzare la sua pesante eredità attraverso la custodia orgogliosa delle nostre tradizioni e l’impegno a tramandare alle nuove generazioni il culto di San Domenico Abate e del Rito dei serpari, elemento antropologico che contraddistingue Cocullo nel mondo e di cui i Professori Emiliano Giancristofaro ed Ireneo Bellotta hanno colto e divulgato gli aspetti culturali e sociali più profondi.”

 

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