L’Aquila. Dal 22 gennaio prossimo il numero dei Comuni in Italia scenderà a 7.896. Il calo dei Municipi è un processo cominciato all’inizio degli anni Duemila: il numero massimo dei Comuni si è registrato nel 2001, quando erano 8.101; da allora c’è stata un calo di 205 unità. In Abruzzo l’83 per cento ha meno di 5 mila abitanti.
Un processo lento, se confrontato con quello di altri Paesi europei: infatti, tra 2006 e 2023, mentre in Italia il calo è stato solo del 2,5%, in Grecia la riduzione è stata del 68%, nei Paesi Bassi del 25%, in Germania del 13%, in Austria dell’11% e in Francia del 5%. Oggi l’Italia è il quarto Paese europeo per numero di Enti municipali, dietro a Francia, Germania e Spagna. L’Italia rimane quindi un Paese di piccoli Comuni. Infatti, gli Enti con meno di 5.000
abitanti sono ancora 5.521 (il 70% del totale), mentre 2.012 Municipi hanno meno di 1.000 abitanti (il 25,5%). I
Comuni con meno di 5 mila abitanti mettono insieme complessivamente 9,7 milioni di abitanti (il 16,5% del
totale nazionale). Invece, nei Municipi con meno di 1.000 abitanti risiede poco più di un milione di persone,
meno del 2% della popolazione italiana. I piccoli Comuni si trovano soprattutto nelle aree alpine ed
appenniniche, ma sono presenti anche nelle basse pianure del Nord e in alcune aree del Meridione. Il numero
maggiore di Comuni italiani è concentrato nel Nord del Paese: il 19% si trova in Lombardia e quasi il 15% in
Piemonte; in queste due regioni ci sono più di 1.000 Enti con meno di 5 mila abitanti. In Valle d’Aosta,
capoluogo a parte, tutti i Comuni sono di piccola dimensione, ma una percentuale molto significativa di piccoli
Municipi si registra anche in Molise (94,1%), Piemonte (88,6%), Trentino A.A. (85,8%), Sardegna (83,8%),
Abruzzo (83%) e Basilicata (81,7%).