Teramo. L’Università di Teramo è solo la partenza, poiché l’avventura professionale dell’abruzzese Federica Zacchini colorerebbe un’immaginaria cartina d’Europa di tante bandiere poste a contrassegnare le tappe della carriera.
E, in questo tour europeo, la tappa presso il King’s College di Londra, in cui è stata Research Project Manager per un progetto Marie-Sklodowska Curie, rappresenta quella della trasformazione professionale, che l’ha portata ad arrivare a Pavia per unirsi al team di coordinamento di un progetto che ha l’ambizione di rinnovare l’approccio europeo della ricerca sulla salute.
Infatti, dopo la laurea in biotecnologie della riproduzione all’Università di Teramo e il successivo dottorato di ricerca in epidemiologia e diagnostica avanzata in patologia comparata, la carriera di questa ricercatrice la porta a dapprima all’Institute of Genetics and Animal Breeding of Polish Academy of Science – (Varsavia, Polonia), poi alla Jagiellonian University (Cracovia, Polonia) e infine in un’azienda biotech olandese con una ambìta borsa Marie-Sklodowska Curie.
“Dopo anni di ricerca in laboratorio, ho deciso di trasformare la mia carriera e dedicarmi totalmente alla progettazione e alla gestione di progetti di ricerca. Le esperienze in Italia e le collaborazioni con enti di ricerca in tutt’Europa mi hanno permesso di giungere al progetto di partenariato esteso PNRR INF-ACT in cui affianco Federico Forneris, Presidente della Fondazione, nel coordinamento delle attività di 14 atenei italiani, 10 enti di ricerca, tra cui l’Istituto Superiore di Sanità, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Associazione Istituti Zooprofilattici Sperimentali, alcune fondazioni e IRCCS e 1 azienda, la IRBM SpA” – spiega la teramana Federica Zacchini, Program Research Manager Fondazione INF-ACT – “Il bando della Fondazione INF-ACT è arrivato nel momento in cui ero pronta a intraprendere una nuova avventura, un match perfetto con il mio profilo professionale in una realtà giovane con grandi potenzialità e ambizioni.”
“Con l’arrivo di Federica Zacchini, la Fondazione INF-ACT raggiunge la sua piena operatività per fornire il supporto necessario agli oltre 300 gruppi di ricerca coinvolti nel progetto. Si tratta di un aspetto fondamentale poiché l’attenzione sugli investimenti legati al PNRR, per via della loro importanza strategica e per l’entità dei fondi, è davvero ai massimi livelli.” – dichiara Federico Forneris, presidente della Fondazione INF-ACT – “Essendo una realtà nuova per il nostro Paese, ancora nelle sue fasi di avvio, ci riteniamo molto soddisfatti di essere riusciti ad “attrarre” dall’estero le giuste competenze e la motivazione adatta ad affrontare questa sfida di ricerca per il ruolo di program manager, attraverso una procedura competitiva a cui hanno partecipato candidati di altissimo profilo.”
La Fondazione INF-ACT
La Fondazione “One Healh basic and translational research actions addressing unmet needs on emerging infectious diseases (INF-ACT)” coordina un ambizioso progetto di Partenariato Esteso PNRR del Ministero dell’Università e della Ricerca sul tema delle malattie infettive emergenti, finanziato nell’ambito del PNRR con 114,5 milioni di euro.
Questo progetto nasce dopo l’esperienza della pandemia di SARS-CoV-2: chiaro esempio di come un nuovo agente infettivo possa avere effetti devastanti anche nei Paesi all’avanguardia in termini di tecnologia, assistenza sanitaria e monitoraggio. Un’esperienza che ha evidenziato le potenzialità e le capacità di risposta della moderna ricerca scientifica multidisciplinare e la necessità di un nuovo approccio integrato ed olistico in cui la salute umana è strettamente interconnessa alla salute animale e ambientale (One Health).
Il progetto INF-ACT, quindi, punta ad aumentare le potenzialità di monitoraggio e previsione, le capacità diagnostiche e terapeutiche e la multidisciplinarità della ricerca scientifica nazionale su tematiche che spaziano dai virus, ai batteri resistenti agli antibiotici, agli insetti vettori, ai serbatoi animali e ambientali di agenti patogeni, fino all’ospite umano.
Questo cambiamento di paradigma, da un approccio incentrato sull’uomo a una visione globale, costituisce lil filo conduttore delle attività di ricerca dei 25 partner del progetto INF-ACT per aumentare la preparazione, la prontezza e la capacità di risposta dei sistemi sanitari e, in ultima analisi, la resilienza e la resistenza dell’Italia nei confronti di eventi epidemici e pandemici.