Pescara. L’abito tradizionale di Scanno, che quasi tutte le donne in paese erano solite indossare sin da giovani nelle sue varie versioni – giornaliero, festivo, nuziale – e che ancora oggi 5 anziane scannesi vestono, sarà al centro della mostra “L’abito muliebre di Scanno. Il futuro della memoria” che verrà inaugurata a Pescara, nella sede della fondazione Pescarabruzzo, in via Umberto I, n. 83, venerdì 29 settembre, alle 17.
“Questa mostra vuole rappresentare un elemento importante del percorso per sostenere la proposta per il riconoscimento del costume di Scanno come bene immateriale dell’umanità da parte dell’Unesco”, dichiara Maria Pia Silla, presidente della fondazione Fasti, organizzatrice dell’evento insieme alla fondazione Pescarabruzzo e al comune di Scanno. “Ed è una mostra che ricostruisce anche la storia dell’attenzione che c’è stata e che ancora sussiste verso l’abito di Scanno attraverso la fotografia e del materiale storico iconografico, come dimostra una sezione dedicata al contemporaneo”, aggiunge Silla.
Con le sue varie componenti, “cappellitto, trecce, comodino, mantera e una gonna che da sola pesa tra i 10 e i 12 kg”, come specifica Silla, l’abito – ma anche le donne che lo indossavano ed il paese con i suoi scorci che ne facevano da cornice – hanno rapito l’attenzione di grandi fotografi nel corso del Novecento come Hilde Lotz Bauer, Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Renzo Tortelli, Gianni Berengo Gardin e molti altri. Interverrà infatti anche la figlia della fotografa tedesca Lotz Bauer, Corinna Lotz, il 29, al vernissage della mostra, insieme a Ernesto Di Renzo, docente di antropologia del turismo di antropologia dei patrimoni culturali all’Università di Roma Tor Vergata, e alla stessa Maria Pia Silla, presidente di Fasti, a seguito dei saluti istituzionali di Nicola Mattoscio, presidente della fondazione Pescarabruzzo, Carlo Masci, sindaco di Pescara e Giovanni Mastrogiovanni, sindaco di Scanno. La mostra, ad ingresso libero, resterà aperta fino al 5 novembre.