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La Zunza, quando le cose semplici sono le più buone

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
27 Gennaio 2021
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Nella semplicità spesso si nascondono le cose migliori. Durante le ultime settimane, per “lavoro”, ho assaggiato decine di dolci natalizi. Panettoni per lo più, da tutta Italia e nelle più diverse varianti, dal tartufo alla nduja. Uno di quelli che mi è rimasto più impresso (non solo a me, vista la voracità con cui l’hanno addentato i miei commensali) è probabilmente uno dei più semplici: la Zunza. A produrla è Rustichella d’Abruzzo, nota ai più per essere un apprezzatissimo pastificio artigianale, ma diventata negli ultimi tempi dispensatrice di bontà gourmet a tutto tondo, dai lievitati alle conserve, passando per olio evo, mieli, aceti, prodotti tipici abruzzesi, e altre mille delizie.

La Zunza è un impasto lievitato, con uova, zucchero e farina, che prende spunto dalla tradizionale offella (o ofella) veronese, il dolce progenitore del Pandoro che, se ha perduto la palma di dolce natalizio per eccellenza, ha conservato da quelle parti il ruolo di dolce della tradizione per accompagnare le fredde giornate invernali, fino a Pasqua.

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Il segreto della Zunza, l’arma che la rende così unica e distinguibile a metri di distanza, è l’aggiunta di un ingrediente che torna spesso nelle antiche ricette abruzzesi: l’anice.

L’Anice è l’ingrediente che non manca mai nei dolci abruzzesi. La tradizione ne tramanda l‘uso negli impasti dei ciambelloni, delle ferratelle e persino combinata al caffè. E infatti, come ci racconta Stefania Peduzzi, titolare dell’azienda, “[…] mia nonna Angela, donna indipendente che oltre a crescere sei figli e nipoti trovava sempre il tempo di organizzare grandi conviviali di famiglia, si consolava a fine pranzo proprio con una tazzina di caffè ed anice, che chiamava ‘zunza’, come ad indicare un qualcosa che completava degnamente il pasto e la riempiva. Ho fatto molte ricerce e il termine Zunza è molto probabilmente da ricollegare a una radice della lingua araba, filtrata dai dialetti spagnoli, che lega la parola al concetto di nettare. Con questo nome ho voluto semplicemente ricordare mia nonna“.

All’esterno la Zunza è ricoperta da mandorle. Il sapore caratteristico è dato dal contrasto tra la dolcezza dell’impasto e la freschezza dell’anice, che gli dà anche un tocco esotico e profumato molto intrigante. Al morso è sofficissima e leggera, tanto che ti accorgi che è finita solo quando non ne senti più nell’aria l’inconfondibile profumo. Ottima per accompagnare creme, vini passiti e liquori. Io l’ho abbinata ad un Moscatello di Castiglione passito, tanto per restare in tema di tradizioni abruzzesi. La trovate nelle migliori gastronomie o più comodamente online, sullo shop dell’azienda: casarustichella

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