Torrevecchia Teatina. Il Museo della Lettera d’amore è museo unico al mondo, che raccoglie le lettere partecipanti al concorso omonimo, tuttora attivo, istituito nel 2000 dall’Associazione culturale AbruzziAMOci presieduta da Massimo Pamio. È ospitato nel millesettecentesco Palazzo Ducale Valignani in Torrevecchia Teatina, paese nel cuore dell’Abruzzo, situato al centro di un triangolo i cui vertici sono Chieti, Pescara, Francavilla al Mare.
La prima donazione è quella di una lettera d’amore, scritta appositanmente per il Museo, da Ugo Riccarelli, uno dei maggiori scrittori italiani. In genere, il Museo è concepito come un archivio: di quadri, di reperti archeologici, di oggetti in genere. Appare come un insieme pieno, un luogo che arbitrariamente è occupato da beni considerati degni di memoria storica e pubblica, ritaglio parziale e quantitativo di cui sovente non si riesce ad apprezzare fino in fondo il valore e le motivazioni, ovvero il senso. All’uscita, i visitatori ricordano solo un gran mal di piedi e il nome della bibita fresca consumata al bar del Museo, essi ben presto dimenticano le immagini che si sono accalcate davanti a loro in una sequenza di cui non riescono più a dipanare il filo.
L’idea progettuale, in questo caso invece, è quella di costituire un museo vivo, un luogo magico dove si accede come a un teatro, per partecipare a uno spettacolo indimenticabile, che coinvolga e arricchisca lo spirito e il corpo, un luogo che sia comunque straniante, generato dalla vita immaginativa di coloro che hanno sognato per altri un luogo di sogno. Il Museo della Lettera d’Amore come un sogno vissuto per l’utente. Questo incontro con la fantasia letteraria (giacché la lettera d’amore è un luogo della fantasia letteraria) può essere indotto e risultare soltanto dall’ausilio e dall’uso della tecnologia dell’innovazione. Le nuove tecnologie 3 D permettono al museo di offrire la terza diimensione e cioè quello che finora i musei non hanno potuto mostrare, divenendo semplici luoghi di esposizione, raccoglitori in cui le dimensioni sono sempre e solo due, in cui c’è piattezza, ma non profondità, senza la possibilità di stimolare nell’utente tutta la sua sfera percettiva.
Il patrimonio del Museo della lettera d’amore è costituito dalla lettera d’amore, genere letterario diverso da tutti gli altri perché prevede una comunione particolare tra lo scrivente e il ricevente, che coinvolge non soltanto il linguaggio ma anche la carta, l’emozione, la percezione e perfino la relazione che si stabilisce tra i due, la storia e l’ambiente che i due condividono. La lettera d’amore è una condivisione storica e sociologica di un sentimento così come viene trasposto nella scena della follia a due, particolare momento magico che viene inscenato dai protagonisti implicati nella faccenda amorosa, che interpretano rivivono e filtrano un rito più ampio e codificato da regole ben specifiche che è quello del gioco sociale dell’amore che in parte essi trasgrediscono e cioè reinventano e ricreano, aprendo nuove prospettive al sentimento dell’amore, riuscendo a dare una impronta personale a quella che è convenzione ambientale e rituale codificata.
Le stanze del Museo della lettera d’amore saranno dunque dedicate allo sforzo di coinvolgere lo spettatore in quella storia personale a due, saranno un occhio indiscreto nella relazione, offrendo la 3 Dimensione attraverso cui il visitatore potrà decrittaare i segreti nascosti nel biglietto amoroso: partecipando con tutti i sensi allo svelamento del messaggio, composto da segnali e indizi letterari che spesso solo gli amanti conoscono o possono condividere. Ecco il perché della scelta di stanze “multisensoriali”, in cui il visitatore possa ascoltare suoni, percepire olfattivamente profumi, osservare immagini che tutte insieme dovranno donargli il “gusto” completo della lettera, per cui egli sarà in grado di decodificare l’interezza del messaggio. Il Museo sarà dunque un’avventura alla ricerca del segreto della lettera d’amore, affinché il sentimento di Romeo e Giulietta torni ad essere condiviso da tutti, in un’epoca in cui sms, il mondo del web, l’impoverimento antropologico, sentimentale e linguistico hanno reso difficile se non impossibile l’accesso alla comprensione di una lettera d’amore, tanto da rendere plausibile la creazione di un Museo apposito.