Pescara. La “telefonata fantasma” di Gabriele D’Angelo, quella che sarebbe stata occultata in Prefettura secondo la Procura di Pescara che ieri ha notificato sette avvisi di garanzia, sarebbe l’ultima di una serie di richieste di aiuto da parte del cameriere dell’hotel, tra le 29 vittime della tragedia.
Lo rivela un servizio trasmesso oggi dal Tgr Rai Abruzzo che ricostruisce le ore drammatiche dalla mattina del 18 gennaio 2017 quando D’Angelo, spaventato dalle forti scosse di terremoto chiese l’evacuazione dell’hotel isolato dalla neve. Tra i documenti mostrati dal giornalista Ezio Cerasi, la nota informativa trasmessa alla Procura il 27 gennaio di due anni fa dalla squadra mobile di Pescara in cui un agente di polizia documenta la scoperta del famoso brogliaccio della croce rossa di Penne in cui fu annotata la prima richiesta di aiuto di Gabriele D’Angelo. Il 6 novembre scorso, 22 mesi dopo quella segnalazione, sempre un servizio del Tgr mostrava il brogliaccio e nello stesso giorno l’avvocato Emanuela Rosa, legale della famiglia D’Angelo, presentare un’istanza in Procura. Le indagini ripartono proprio dalla nota informativa della squadra mobile e gli stralci degli interrogatori dei diversi volontari della croce rossa tra il 7 e il 10 novembre scorsi, mostrati oggi nel servizio giornalistico, svelano altre richieste di aiuto del cameriere dell’hotel ricevute sempre dalla sede della croce rossa di Penne: alle 11.21 e alle 14. La cosiddetta “telefonata fantasma” è delle 15 e a svelarla” come documentato nel servizio giornalistico “è un maresciallo dei carabinieri che l’8 novembre scorso, dopo aver visto il servizio del Tgr si reca dagli inquirenti. Le prime presunte omissioni si consumerebbero a Penne, come scrive l’avvocato Rosa nell’opposizione alle richieste di archiviazione. Il legale sottolinea che nella mattinata del 18 gennaio, nella sede della croce rossa c’era la massima autorità nella gestione dell’emergenza neve, ovvero la Prefettura attraverso il “Posto di Cooordimento Avanzato” istituito dall’allora prefetto e alle strette dipendenze del CCS, il Centro coordinamento soccorsi.