L’Aquila. Strappato dalle ferite della guerra in Ucraina, dove sarebbe stato coinvolto nelle operazioni militari, sceglie di far parte di una missione in Turchia per sostenere gli sfollati dell’emergenza sisma, con la maglia della stessa associazione di Protezione civile che lo ha accolto in Italia.
È la storia di Ihor Denysov, 18 anni compiuti da poco, che si trova da qualche mese all’Aquila, grazie all’impegno
dell’associazione “Salvati per Servire” che fa capo al pastore evangelico Corrado Camagna. La onlus porta
avanti missioni internazionali ed è stata impegnata negli ultimi mesi sul fronte ucraino, potendo anche contare
su una base logistica in Romania.
Proprio durante i primi interventi umanitari, Ihor – all’epoca ancora minorenne – ha conosciuto Camagna. “Dopo qualche settimana avrei compiuto 18 anni – ricorda – e questo significava per me dover accettare obbligatoriamente incarichi militari”. Di qui l’intervento dell’associazione.
“Corrado – prosegue il giovane – mi ha proposto di venire a vivere in Italia. Oggi lo chiamo e lo considero come
un padre”.
Quasi subito, Denysov ha iniziato a studiare italiano nel Centro provinciale istruzione adulti del
capoluogo, come molte altre persone provenienti dall’Ucraina. Contemporaneamente, ha iniziato a collaborare
attivamente alle iniziative di “Salvati per Servire”. Dopo il terremoto in Siria e in Turchia il giovane ha
collaborato all’organizzazione di tre mezzi da inviare nell’area di Kayseri, sempre facendo riferimento alla base
operativa in Romania. “Siamo stati in viaggio per una settimana – racconta – e abbiamo visto l’enorme
distruzione di quelle zone. Io vengo da Kiev e ho visto i danni nell’area di Bucha. Anche in Turchia quello che
ho visto è desolante, tra macerie, palazzi sventrati, devastazione e tendopoli”.