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La storia del portalettere Vincenzo, dalla Sicilia all’Abruzzo: “Pescara mi ricorda la mia Sicilia”

Alessandra Ciciotti di Alessandra Ciciotti
14 Ottobre 2024
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Pescara. Dalla Sicilia all’Abruzzo, passando per il Veneto. È la storia di Vincenzo Contini, uno dei 53 portalettere di Poste Italiane in Abruzzo che a partire da agosto hanno visto trasformare il proprio orario di lavoro da part-time a full-time, nell’ambito degli interventi di Politiche Attive dell’azienda, che prevedono percorsi di stabilizzazione di lavoratori già occupati con contratto a termine. Di questi, 15 sono in servizio in provincia di Pescara. Tra loro, Vincenzo è il più giovane.
Ventisette anni appena compiuti, siciliano di Noto (Siracusa), lavora in Poste dal 2020, quando a 23 anni fu chiamato ad Asiago (Vicenza) come portalettere con un contratto a tempo determinato per 12 mesi, poi rinnovato per altri sei. “Era un ambiente completamente nuovo per me – racconta –, all’inizio ero un po’ disorientato e mi mancava la Sicilia, ma devo dire che i colleghi mi hanno accolto subito in questa grande famiglia, sostenendomi sia al lavoro sia emotivamente”.
Diciotto mesi in totale, che gli hanno permesso di rientrare nella graduatoria nazionale e ottenere un nuovo contratto: part-time, ma questa volta a tempo indeterminato. Pescara la sua destinazione, più precisamente via Alessandro Volta, dove è arrivato a ottobre 2022. Un centro di distribuzione molto più grande rispetto a quello di Asiago, basti pensare che il territorio di competenza (Pescara e Francavilla) è suddiviso in 28 zone di recapito e altre 10 zone “business” che garantiscono la consegna di posta a firma e pacchi anche nel pomeriggio e il sabato, mentre ad Asiago “le zone” erano 5. A luglio di quest’anno, infine, grazie al nuovo accordo nell’ambito delle politiche attive di Poste Italiane, il passaggio da tempo parziale a tempo pieno: “È stato come un fulmine a ciel sereno – commenta Vincenzo, da poco titolare di zona nelle vie del centro di Pescara, ma fino a qualche settimana fa in servizio sul lungomare di Francavilla –, perché allontanarsi dai cari alla mia età è sempre difficile, ma dall’altro lato investendo tanto su questo lavoro mi sono preso la soddisfazione di avere quella stabilità che mi permette di realizzare i miei sogni”.
Il portalettere si sofferma sulla “sua” azienda e sul suo lavoro. “Per me Poste è una certezza, un’azienda con basi solide che tutela i dipendenti e favorisce la loro crescita. Ma oltre questo aspetto, c’è anche quello relazionale che caratterizza il nostro lavoro. Quello del portalettere è un lavoro dinamico, che ti permette di stare all’aria aperta e a contatto con la gente: è questa la cosa che mi piace di più”. Vincenzo parla anche del suo rapporto con Pescara, una città che gli è entrata subito nel cuore: “A Pescara si vive bene, è una città vivace che mi ha permesso di ambientarmi subito e fare amicizie, anche fuori dal lavoro. La cosa che mi ha colpito è il calore delle persone: in questo aspetto mi ricorda molto la mia Sicilia. E poi c’è anche il mare. Senza nulla togliere al Veneto, dove pure sono stato bene, l’Abruzzo è sicuramente più affine alle mie abitudini e tradizioni. Anche da un punto di vista lavorativo mi trovo benissimo con i colleghi: ho imparato tanto da ognuno di loro e ogni giorno aggiungo qualcosa di nuovo al mio bagaglio”. La sua terra, tuttavia, è sempre dentro di lui: La Sicilia te la porti dentro ovunque: il calore, il mare, gli affetti, gli amici: sono parte di te anche a 900 km di distanza. Ritornare a Noto, casa mia, ogni volta è un’emozione unica, come se fosse sempre la prima volta. Spero di tornare un giorno, ma sempre all’interno di questa splendida azienda”. Un consiglio, infine, per i giovani che vogliono intraprendere questo percorso: “Il consiglio è di non fermarsi davanti al primo ostacolo o davanti alla prima mancanza, ma di puntare sempre in alto e di vedere sempre il lato positivo perché è vero che la salita è sempre difficile, ma raggiunta la vetta il panorama è fantastico!”.

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