L’Aquila. “Compagne. Una storia al femminile del Partito comunista italiano” (Donzelli editore), libro di Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti, già ministra e parlamentare, è stato presentato con l’autrice nel 153esimo incontro della rubrica “Dialoghi, la domenica con un libro”.
Con Turco si è confrontata Marielisa Serone D’Alò secondo cui è “un testo difficile da non amare, in cui le lotte delle donne vengono raccontate in modo semplice e chiaro, grazie al punto di vista privilegiato dell’autrice. Il periodo raccontato nel libro copre la storia delle donne comuniste all’interno del loro partito, quindi un intero secolo, dalla nascita nel 1921 del Partito comunista italiano, attraversando di fatto tutto il Novecento. Questo libro si trova di fatto all’incrocio di più direttrici: siamo vicine a un 8 marzo particolarmente complicato per via di quello che è accaduto a Crotone e sta accadendo nel mondo, siamo arrivate da pochi giorni, per il più grande partito di sinistra ad avere una segretaria, e sul fronte internazionale assistiamo agli episodi delle ragazze avvelenate per impedire loro di andare a scuola: ora accade in Iran, sono vicende che richiamano il tema dell’elemento della sottomissione attraverso la mancanza di formazione”. Serone D’Alò ha affrontato anche, al netto dell’affermazione di Elly Schlein alle primarie del Pd, il nodo della leadership femminile nel partito che discende del Pci: “Per sua stessa struttura, caratterizzata dal leader solitario, non ha saputo coniugare il modo di lavorare e fare politica delle donne”.
Turco ha raccontato di avere scritto il libro “innanzitutto perché ho molto amato la storia del Pci, che mi è stata utile in momenti totalmente imprevisti della mia vita. Poi la seconda ragione, più profonda, è l’oblio, che si riscontra riguardo alla storia politica delle donne; è emerso in occasione del centenario della storia del Partito comunista italiano. E’ una tendenza preoccupante, che colpisce in generale la storia politica e istituzionale delle donne. Infine l’ultima ragione: io credo molto nella solidarietà tra generazioni, è importante per costruire quella che definirei la genealogia femminile nella politica, fare sì che le donne camminino con le proprie gambe”.
L’autrice ha spiegato che “il Partito comunista italiano ha avuto alcune figure che sono state fondamentali per l’elaborazione di una politica delle donne, come Gramsci, Togliatti, Berlinguer, che fu grande perché seppe ascoltare il grande cambiamento delle donne, mutando il partito e anche sé stesso. E in questa storia le donne sono state protagoniste, sono state un grande popolo, una leadership diffusa e collettiva. Il punto di incontro sta nelle capacità di donne di imporsi e fare un gioco di squadra. Solidarietà e sorellanza sono concetti chiari, che non implicano il non riconoscere l’individualità, al contrario sapere riconoscere il valore dell’altra. E’ una pratica politica, una visione, un progetto, una fatica da condividere: in questo le donne comuniste si sono cimentate ottenendo dei risultati. Ora questo approccio non c’è più, è ora che si riprenda. La leadership femminile si misura sulla capacità di costruire una politica basata sul legame profondo e intenso con la vita delle persone, Elly secondo me ha vinto perché ha dato questo esempio”.
Tante sono le donne del Pci raccontate nel libro che Turco ha voluto nominare nel corso della presentazione. Tra queste Camilla Ravera, che fu segretaria mentre Gramsci era imprigionato e il partito costretto alla clandestinità, Teresa Noce, Madri Costituenti, Adriana Seroni, Marisa Rodano, Giglia Tedesco, Nilde Iotti.
La registrazione del dialogo è disponibile qui https://www.facebook.com/ michelefina78/videos/ 1662743247514096/?extid=CL- UNK-UNK-UNK-IOS_GK0T-GK1C& mibextid=2Rb1fB&ref=sharing