L’Aquila. Mostra documentaria, realtà aumentata e progetti di accessibilità inclusiva: il Museo Nazionale d’Abruzzo per i 70 anni dall’eccezionale ritrovamento del fossile del Mammut nella cava Santarelli in località Madonna della Strada nel Comune di Scoppito (L’Aquila), avvenuta a marzo del 1954, avvia una serie di iniziative.
Articoli dell’epoca e recenti donazioni di foto inedite, sono oggetto di una mostra documentaria visitabile dal 19 aprile nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco.
Documenti che permettono di ripercorrere le fasi della scoperta, recupero e studio dell’esemplare. È stata, inoltre, possibile la produzione di contenuti digitali 3D fruibili per la ricostruzione 1:1 del Mammuthus Meridionalis. Tramite un Qr code sulla pedana, i visitatori potranno fruire di un’esperienza di visita più dinamica ammirando il Mammut nelle affascinanti forme che aveva quando era in vita. Grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti è in corso la realizzazione di due prototipi 3d: uno con il particolare del cranio e della zanna e l’altro è un modellino di 30 cm del Mammut che vanno ad integrare il disegno in braille già presente nell’attuale allestimento. La progettazione è a cura dei docenti dell’Abaq Simone Rasetti, Tecniche di modellazione digitale, e Marco Cortopassi, Scenotecnica. È stato effettuato, pubblicamente, un test di leggibilità con le tecniche di esplorazione tattile di un modellino di prova del cranio e della zanna del Mammut condotte dalla tiflologa non vedente Deborah Tramentozzi. Inoltre, due documenti storici del 1954 appartenenti all’Archivio Luce Cinecittà, sono stati integrati nel materiale di visita, grazie anche alla disponibilità di Piercesare Stagni nominato presidente dell’Abruzzo Film Commission. Nel mese di ottobre avrà luogo un convegno scientifico di rilevanza nazionale sul Mammut. Durante la presentazione degli eventi la direttrice del Munda, Federica Zalabra, ha ricevuto la targa di riconoscimento del Premio Fossili Regionali 2023 al Mammut; presenti alla consegna, la paleonotologa Maria Adelaide Rossi e Marco Romano (La Sapienza).