L’Aquila. Ogni festività ha il suo dolce e da noi in Abruzzo la Pasqua ne ha uno che piace da sempre a tutti i bambini. Sarà la loro simpatica forma ma La Pupa e Il Cavallo continuano da generazioni a essere il dono che ogni nonna prepara con le proprie mani ai nipotini che la mattina di Pasqua si riuniscono per la colazione dopo il lungo digiuno. Da tradizione le nonne si mettono all’opera la sera del giovedì santo per realizzare questi biscotti di pasta frolla che portano un uovo sodo al centro avvolto in 2 strisce di pasta incrociate, come simbolo di rinascita e di unione. I tratti somatici e le decorazioni sono molto semplici e primitivi: la pupa ha la forma di una conca, tipico vaso di rame con cui le donne andavano a raccogliere l’acqua alla fonte, con le braccia appoggiate alla vita e i fianchi larghi, e un seno abbondante sottolineato da una striscia di pasta, quasi a formare una virgola attorno alle rotondità con il capezzolo evidenziato. Sia la pupa che il cavallo sono in genere ricoperti di confettini colorati, per gli occhi due chicchi di pepe nero e chiodi di garofano, per la bocca uno o due chicchi di caffè.
La Pupa e il Cavallo hanno un’antichissima storia nella pasticceria abruzzese che risale addirittura all’800, quando venivano preparati per la festa di fidanzamento ufficiale degli sposi. In quell’occasione il cavallo veniva consegnato alla famiglia della fidanzata e la pupa a quella del fidanzato. La pupa e il cavallo si ritrovano anche nella tradizione cristiana della Pasqua come simbolo dell’ultima cena. Spezzare la pupa e il cavallo il giorno di Pasqua, simboleggia lo stesso gesto di amore e di solidarietà fatto da Cristo con il pane ai discepoli. @baldaroberta