Carsoli – La decisione di classificare zona rossa i quattro comuni della Piana del Cavaliere non è stata ben accettata dal comparto produttivo del comprensorio zonale comprendente i comuni di Carsoli, Oricola e Rocca di Botte. Come noto, infatti, tutto il territorio è stato inserito in restrizioni di questa tipologia in cui le scuole saranno consentite solo fino alla prima media ed inoltre diverse attività commerciali dovranno chiudere ancora una volta i battenti. Per non parlare poi del blocco regionale che “affligge” da mesi una zona che vive di rapporti economici e sociali con la adiacente regione Lazio.
Ed analizzando i numeri, in effetti forse la decisione appare eccessivamente restrittiva. A Carsoli si registrano 52 contagi di cui 7 ricoverati in Ospedale, mentre il 12 Febbraio si era arrivati a quota 70. In quel caso, con numeri tralaltro piu’ alti non venne adottato alcun provvedimento ed il territorio rimase in zona “arancione” come classificata la regione stessa. Per quel numero elevato venne deciso il “monitoraggio speciale”, oggi invece diventa zona rossa.
Ad oggi Oricola conta 4 soli casi di infezione eppure è stata classificata zona rossa in un rapporto con 1.275 abitanti
A Rocca di Botte si registrano 12 contagi, mentre a Pereto se ne registrano: 5 di cui uno ricoverato in ospedale e 2 in isolamento domiciliare.
Un territorio che complessivamente registra ad oggi 71 contagi su una popolazione di 8.400 persone.
Una incidenza di casi relativamente bassa per essere inclusa nel provvedimento così restrittivo.
Anche perchè la zona rossa, penalizza attività produttive al collasso. Mentre il Lazio ha beneficiato di periodi di zona gialla, l’Abruzzo è da Novembre in arancione, Pasqua in lockdonw ed ora non si potrà nemmeno uscire a fare due passi senza le famose “comprovate esigenze”.
Bisogna tener conto anche del fattore psicologico che tali provvedimenti possano comportare, ove i numeri non risultino particolarmente alti.
Inoltre va anche considerato che la Piana del Cavaliere è una zona atipica, che fruisce molto poco dell’indotto abruzzese, come detto in precedenza. Questa nuova restrizione è un ulteriore colpo, che si aggiunge ad altri e che potrebbe costituire un deprofundis, per cui se vi sono possibilità, si riveda la situazione, mantenendo ovviamente tutto il rigore necessario al fine di evitare le cene che sono state oggetto di focolai, ed assembramenti in generale.