Pescara. Nella città di Pescara l’espressione del mare profila un linguaggio poeticamente libero, proprio come l’arte quando fiorisce da un pensiero creativo e incondizionato e si identifica in esso estroiettandone fluentemente quelle virtù sostanziali. La nave di Cascella, fontana di particolareggiata bellezza, ne circoscrive proprio questa immagine introducendone un significato identitario per la città pescarese e rivelandosi l’opera locale di maggiore attrazione collettiva.
Essa fu progettata nei primi anni ottanta dall’eclettico artista Pietro Cascella, il quale operava nelle attività di scultore, pittore e ceramista, poiché ereditò la dote creativa dei familiari Cascella, quali il nonno Basilio, il padre Tommaso e lo zio Michele. L’opera intitolata “L’approdo alla nave” fu inaugurata il 4 luglio del 1987, ubicandola lungo la costa pescarese in Largo Mediterraneo.
La monumentale composizione artistica rievoca la storia marinaresca della città e delle sofferenze subite dai prigionieri della fortezza borbonica che, nel XIX secolo, furono costretti a lavorare come rematori sulle navi spagnole. Si ritiene inoltre, che sia stata realizzata dall’autore come mezzo di scambio culturale con la sponda opposta dell’Adriatico, al fine di lasciarla navigare liberamente verso l’ignoto e verso la bellezza della fantasia. È dunque un monumento di forte richiamo simbolico dato da un passato difficile ma che, al contempo, echeggia di buona speranza nella libertà di un viaggio introspettivo.
Essa è la nave dell’ascolto, soprattutto quando il cielo si diverte ad infuocarne il carattere che la delinea, come se volesse evocarne un incontro tra demoni e angeli, accendendo irrefrenabilmente la passione del suo costante viaggio nel quale incontra mari tempestosi e calmi. Mediante la sua forza dominante, essa si lascia esaltare dai tramonti specchiati nelle acque che la bagnano, sussurrandone l’ardore di quei tempi infuocati che la identificano e, cingendola poi dolcemente nell’angelico contrasto celeste di quiete, impersonifica la pace del suo percorso.
Realizzata in marmo di Carrara e posta all’interno di una vasca rettangolare, occupa una lunghezza di quindici metri e sviluppa circa nove metri in larghezza. Il suo volume invece, circoscrive quattro metri di altezza. Osservandone tuttavia la sua struttura creativa, noteremo un aspetto riconducibile all’astrattismo e al dadaismo, le cui forme rimandano ad una galea composta da sagome arcaiche e simbologie universali che focalizzano il concetto di potenza ed energia. La prua invece, rivolta non a caso verso la città, custodisce il significato dei cittadini dediti al lavoro sia nel viaggio che al ritorno, poiché come ci ricorda Kahlil Gibran: “Ragione e passione sono timone e vela della nostra anima navigante”.