L’Aquila. Ha raccontato alle tante persone arrivate alla Basilica di Collemaggio per l’addio al suo nipotino Tommaso chi era il piccolo di quattro anni la cui immagine in questi giorni è entrata nelle vite e nelle case di tutto l’Abruzzo. Anzi, di tutta l’Italia.
In modo composto e educato è salita sull’altare e ha preso la parola lasciando per qualche minuto tutta la chiesa in un silenzio quasi surreale, rotto solo dalla sua voce. Che è stata precisa, puntuale ma che è stata anche “di denuncia”, per smuovere le coscienze.
Giusy Fonzi è la zia del piccolo Tommaso D’Agostino, il bimbo che ha perso tragicamente la vita, investito da un’auto sfrenata nel giardino dell’asilo della frazione di Pile.
Nota giornalista del territorio, Fonzi è conosciuta come un’attivista, sempre a difesa dei diritti di tutti ma soprattutto dei più deboli. “Ringrazio tutta la comunità dell’Aquila e anche tutte quelle persone che pur non conoscendoci ci hanno lasciato un messaggio”, ha detto nel suo saluto ai presenti, quando ormai nessuno riusciva più a trattenere le lacrime, “quasi tutti hanno detto: non ci sono parole. È vero, non ci sono, ma io oggi le parole anche se non avrei mai voluto, le ho dovute trovare”.
Ha raccontato di quel bimbo che odiava i cibi di colore bianco e che aveva paura delle immagini dei topi che ridevano, di quel bimbo che riceveva tanto amore ma che era in grado anche di darne tanto. “Ha parlato tardi”, ha detto Fonzi, “ma le parole non servivano perché riusciva a trasmettere tutto con quegli occhi e quel suo faccino. Ancora non sappiamo come hanno fatto i genitori, Alessia e Patrizio, a dipingere un faccino così in un bambino. Tutti i bambini sono belli e sacri ma Tommaso era davvero speciale”.
Alla fine Fonzi si è rivolta ai colleghi giornalisti: “Un messaggio ai giornalisti, non a tutti, solo ad alcuni. A quelli che hanno perso il senso del pudore e che per raccontare la morte del piccolo Tommaso si sono dimenticati di cosa sia la dignità in questo mestiere”. Un messaggio di una forza straordinaria, che in poche parole ha restituito il valore che merita un mestiere difficile come quello del cronista, che, come ha sottolineato Fonzi, non dovrebbe dimenticare mai il pudore e la dignità a favore di click e visualizzazioni.
“Avremmo preferito funerali in forma privata”, ha spiegato, “ma la morte di Tommaso è stato un evento entrato nel cuore di troppe persone”.
Infine un monito. Anche stavolta con poche ed educate parole che però hanno tolto il fiato. Ha ringraziato il sindaco dell’Aquila, il presidente della Regione, il prefetto e il ministro che aveva annunciato che sarebbe stato all’Aquila.
Ha detto: “Questa piccola bara è un corto circuito di senso. E il grembiulino insanguinato che ho tenuto tra le mani al pronto soccorso lo è ancora di più. Non è questo il caso delle polemiche, ma so che ognuna delle istituzioni qui presenti si sta interrogando, spero, su come migliorare un mondo sempre meno umano, imbruttito dalla superficialità, dalla fretta, dalla disattenzione”.
E sottolineando l’importanza della scuola a cui il Governo non destina mai abbastanza fondi, lì dove si formano “i Gentili”, come Tommaso: “Mi perdoni ministro, se approfitto di questa possibilità di interloquire con lei direttamente. Esulando dai fatti orribili di oggi, vorrei farle una richiesta a nome di Tommi, dei suoi amichetti in ospedale a cui auguriamo pronta guarigione senza conseguenze, e di tutti i Gentili: lo faccia capire al suo Governo che la scuola è più importante dell’industria e che produce beni comuni più preziosi per il Pil: l’intelligenza, la sensibilità al bello, la competenza. Beni ormai rari in questa società dello spettacolo”.
I commenti di Biondi, Imprudente e Liris
“Tommaso è figlio di tutti gli aquilani perché, come ha detto il cardinale Giuseppe Petrocchi, chiunque sia padre e sia madre si immedesima in questa tragedia”. Così il sindaco Pierluigi Biondi all’uscita dei funerali del piccolo Tommaso, investito e ucciso mercoledì da un’auto nel vialetto della sua scuola”: “Il lutto vero, profondo che rimane è dei genitori – ha aggiunto il sindaco – ma noi siamo qui a dire che il loro dolore è un po’ anche il nostro sperando che questo serva ad alleviare un po’ le loro pene”. Presenti alle
esequie anche i vertici della Regione Abruzzo, a partire dal presidente, Marco Marsilio e dal vicepresidente Emanuele Imprudente.
“Viviamo un momento di profonda tristezza, dolore, sconforto”, ha detto quest’ultimo, !mi rendo conto di quanto sia facile perdere la speranza di fronte a un dolore così grande. Nostro dovere tendere sempre uno sguardo alle persone che ci sono vicine e vivono momenti di difficoltà. Dobbiamo sempre cercare di fare qualcosa per il prossimo. Tra i presenti anche l’assessore regionale Guido Liris.
“La stragrande maggioranza delle persone ha provato un sentimento straziante”, ha detto, “e questo lo si è visto perché la vita della comunità è stata rivoluzionata a qualsiasi livello. C’è un sopore di tutto il territorio”.
Il commento della deputata Stefania Pezzopane
Le scuole “siano una priorità per tutti noi”. Lo ha detto l’onorevole Stefania Pezzopane presente ai funerali del piccolo Tommaso, il bambino di 4 anni ucciso nel cortile della scuola d’infanzia “Pile – Primo maggio”.
“Mercoledì “, ha detto la deputata, “il giorno della tragedia mi sono recata all’ospedale e ho constatato subito un dolore enorme che oggi qui abbiamo toccato con mano. Perdere un bimbo così piccolo in una circostanza così assurda è una cosa di cui faticosamente puoi farti una ragione”.
“Le parole di Giusi Fonzi, la zia del piccolo”, ha detto ancora l’onorevole, “al termine del funerale sono state elevate e di grande garbo. Il pensiero più grande va a questo bimbo che non c’è più e che avrebbe avuto tanto da fare nella sua vita. Penso poi ai genitori Alessia e Patrizio che si ritrovano così, senza il loro bambino”.
La Pezzopane dedica infine una riflessione “anche alla comunità che per un’altra volta deve affrontare una prova difficile. Deve farlo più possibile unita, però deve farlo mettendo al centro i bambini e i luoghi dove questi piccoli passano tante ore della loro giornata. Le scuole devono essere una priorità per tutti”.
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