Sulmona. “Nella celebre fiaba del povero taglialegna, Hansel e Gretel, vittime della miseria e della paura, della matrigna e dell’avida strega, riescono a sviluppare la capacità di guardare in faccia le difficoltà, riescono a trovare la capacità di affrontare i problemi attraverso la crescita della loro inventiva con i sassolini che buttano nel bosco per ritrovare la strada e con lo sviluppo del loro coraggio per evitare di essere divorati dalla strega. Così come in ogni fiaba, anche nel nostro spettacolo è centrale il percorso di sviluppo che i due bambini-eroi compiono attraverso il superamento di prove impegnative.
Per crescere, pur rimanendo bambini, bisogna affrontare gli imprevisti utilizzando l’ingegno e la fantasia. Come Hansel e Gretel che, ingannati da una mostruosa matrigna, scoprono improvvisamente il mondo fuori casa e, intimoriti, si addentrano nelle fitte difficoltà e coraggiosamente percorrono il sentiero segnato dai sassolini. Un’aria saccente veste Hansel da piccolo uomo, ma è la prudenza di Gretel a salvarli dalle grinfie dell’ignoto. La paura d’essere abbandonati in un bosco, pieno di abitanti inquietanti (perché sconosciuti), ma fantastici, è più grande della paura d’essere divorati dalla strega. Non a caso, il bosco è un elemento chiave della storia: in esso, nelle società primitive che cullarono la fiaba, si svolgevano riti di iniziazione dove i fanciulli, dopo un periodo isolato nella foresta, varcavano la soglia adulta. Ed è così che Hansel e Gretel diventano grandi e tornano a casa intascando sassolini di felicità. Le vivaci magie dello spettacolo trasformano la semplice storia attraverso un virtuosismo tecnico di giochi d’ombra e colori, di pupazzi, di danze e canzoni eseguite dal vivo, di voci infantili, filo di distanza tra fiaba e realtà, tra piccoli e grandi, sotto l’egida della fantasia. Il senso magico della fiaba è soprattutto l’ineffabile sorriso del piccolo e grande pubblico: anche esso torna a casa con in tasca sassolini di felicità..” afferma Antonella Pelilli, hystriotrimestrale di teatro e di spettacolo).
Spettacolo vincitore della nona edizione del Festival nazionale di teatro ragazzi della città di Molfetta – Ti fiabo e ti racconto – premio “L’Uccellino Azzurro”.
Motivazione Premio
… Hansel e Gretel” eccelle nel restituire la dimensione prima, originaria del teatro inteso come rapporto tra interpretazione attoriale, invenzione registica, costruzione scenografica e pubblico. La centralità della proposta scenica nelle sue componenti fondamentali continua a sorprendere e sollecitare anche – e soprattutto – la platea dei giovani. La varietà dei toni della recitazione, il gioco delle voci fuori campo, la costruzione della scenografia nel vivo dell’azione scenica sono stati gli aspetti più apprezzati sia in sé e per sé che nel loro intreccio fluido ed equilibrato. Tutti questi aspetti, importantissimi, sono certamente alla base del successo di “Hansel e Gretel”, ma non basterebbero a spiegare l’unanime ed entusiastico pronunciamento di tutta la giuria. Il vero segreto, il vero cuore di “Hansel e Gretel” è la capacità di sviluppare nel pubblico una potente reazione emotiva. Nella vicenda fiabesca a tutti nota, è stato riconosciuto il racconto di una pluralità di dimensioni emotive ed affettive: la paura dell’abbandono da parte dei genitori, il terrore di perdere e la gioia di ritrovare la casa, la domanda di affetto ed attenzione nella sfera familiare. Ha scritto una delle giurate: “Lo spettacolo mi ha fatto capire che rapporto ci dovrebbe essere tra genitori e figli. Mi sembrava di essere l’interprete principale”.
La magia del teatro ha vinto ancora una volta, perchè ci sa raccontare e far rivivere una realtà che ci appartiene intimamente e non è riducibile a nuda cronaca.
Giuria composta da 18 ragazzi di età 9-13 anni.
Presidente: Alessandro Laterza.