Spoltore. L’impresa aquilana Soalco si è aggiudicata l’appalto relativo al consolidamento e al restauro della Chiesa di San Panfilo fuori le Mura, in via del Convento, nel comune di Spoltore, in provincia di Pescara. I lavori, per un valore di 920mila euro, sono stati messi a gara dal Provveditorato Opere Pubbliche per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna. L’edificio di culto, molto caro alla collettività, vedrà nuovamente la luce entro il 2024, una rigenerazione che porterà molteplici benefici al territorio della provincia di Pescara dal punto di vista culturale e turistico, grazie alla riscoperta di un luogo identitario fortissimo per gli abitanti del comune di Spoltore.
So.Al.Co. di Italo, Ennio Albani opera nel settore dell’edilizia pubblica e privata dal 1960 grazie alla gestione di tre diverse generazioni che si sono succedute negli anni: dopo il terremoto dell’Aquila si è specializzata in numerosi e qualificati interventi di messa in sicurezza e riparazione dei danni causati dal sisma. “Siamo molto soddisfatti per questa commessa che ha anche il significato di portare fuori dai confini aquilani le esperienze e la professionalità maturate fin dal tragico terremoto dell’Aquila del 2009”, spiegano i componenti della famiglia Albani.
I responsabili della impresa aquilana sottolineano che “l’Appalto riguarda i lavori di consolidamento e restauro della sola Chiesa e l’obiettivo fondamentale è quello di realizzare gli interventi strutturali volti a risolvere i problemi statici del corpo di fabbrica assicurando al contempo il miglioramento sismico. A tal fine, si interverrà sulle coperture in legno, sulle volte e sui meccanismi locali di ribaltamento delle facciate della chiesa. Congiuntamente, saranno realizzati lavori di restauro e risanamento conservativo degli elementi di pregio della chiesa, quali il portale di ingresso in pietra, gli stucchi interni e i dipinti murali, il coro ligneo, le pavimentazioni. Infine, sono previsti interventi di rifacimento dell’impianto elettrico e di illuminazione per renderlo idoneo all’uso futuro dell’edificio, valorizzare gli elementi di pregio e renderlo adeguato alla normativa vigente”.
“In conclusione, il progetto di restauro e risanamento conservativo si è sviluppato sulla base di un’accurata conoscenza e comprensione dell’edificio nei suoi vari aspetti compositivi, storico-artistici e strutturali, e accoglie pienamente le indicazioni di tutela del bene storico, fondandosi su criteri di conservazione e di recupero delle strutture esistenti, con l’obiettivo di ripristinare le condizioni di sicurezza statica della Chiesa di San Panfilo, per consentirne l’agibilità e la fruizione in sicurezza”, concludono i dirigenti dell’Azienda aquilana.
Il complesso monastico di San Panfilo fuori le mura sorge sulla collina situata di fronte al centro storico di Spoltore, in provincia di Pescara, ed è costituito dall’ex-convento e dalla chiesa attigua. L’intera storia del complesso può essere divisa in tre fasi fondamentali: la prima, durante la quale la chiesa ricopre il ruolo di Parrocchia del Castrum Spulturii (dalle sue origini fino al XVII sec.); la monastica, durante la quale perde la titolarità parrocchiale per diventare un piccolo e povero convento; la mista o secolare, che parte dal secolo scorso fino ai giorni nostri, durante la quale la chiesa viene saltuariamente officiata, mentre il convento passa dalla proprietà demaniale a quella della famiglia Cerulli.
La chiesa di San Panfilo Fuori le Mura è, insieme all’omonima chiesa Dentro le Mura, il principale edificio di culto della città di Spoltore. L’impianto basilicale è, sostanzialmente, quello originale, nonostante le modifiche e gli arricchimenti apportati nel corso delle epoche. L’edificio è composto da tre navate di pari altezza, di cui quella centrale più ampia, divise da archi a tutto sesto, originariamente poggianti su colonne, poi inglobate in pilastri rettangolari. L’abside è quadrata e la copertura inclinata non è visibile dall’interno, per la presenza di un controsoffitto ligneo cassettonato e decorato. In epoca Barocca, l’interno della fabbrica viene arricchito da altari, statue, stucchi e affreschi e l’abside viene sormontato da una volta a botte lunettata, impreziosita da stucchi e decorazioni pittoriche. La facciata principale è in mattoni a vista, completata da tre nicchie, oggi vuote, e da due coppie di paraste, dalle quali emerge il frontone curvilineo ad arco ribassato. Il portale di ingresso in pietra arenaria presenta due mensole decorate a girali e rose, poste a sostegno dell’architrave e della lunetta.