Sulmona. Rischia la soppressione dopo oltre 1.500 anni di storia la diocesi di SulmonaValva, il cui territorio si estende su ben tre province: L’Aquila, Pescara e Chieti. Il Vescovo Angelo Spina e il collegio dei consultori diocesani hanno lanciato un accorato appello a Papa Francesco e alla Conferenza episcopale italiana. A segnare il destino della diocesi valvense è il progetto di riforma delle diocesi italiane di recente approvato dalla Santa Sede. Stando a questa riforma le diocesi con numero di abitanti inferiore ai 90mila e con seri problemi economici verranno fuse o accorpate ad altre. Nella Chiesa abruzzesemolisana versano nella stessa condizione di rischio, le diocesi di IserniaVenafro e Trivento. Sulmona, in caso di soppressione verrebbe accorpata con la diocesi dei Marsi, facendo capo al vescovo di Avezzano. “Da sempre e in modo chiaro e fermo ho fatto sentire la mia voce in difesa della diocesi di Sulmona ricorda monsignor Spina unico problema è quello che questa diocesi conta un numero di poco al di sotto della soglia dei 90mila abitanti, ma va difesa per motivi orografici, pastorali, storici e culturali”. Il Vescovo ha già da tempo inoltrato una nota alla Conferenza episcopale abruzzese molisana e ne ha parlato a lungo anche con il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, in un incontro avuto l’anno scorso. Anche il collegio dei consultori, di cui fa parte tra gli altri il vicario monsignor Maurizio Nannarone, ha fatto sentire la sua voce in difesa della diocesi e scrivendo a Papa Francesco ha rinnovato l’appello citando le stesse parole del pontefice sulla necessità che la Chiesa salvaguardi le periferie e le aree più depresse come appunto il territorio della diocesi sulmonese, che soffre di una popolazione che invecchia e presidi pubblici che continuano ad essere smantellati insieme ad aziende che un tempo davano lavoro a migliaia di residenti. Unica voce autorevole in difesa di questo territorio hanno sottolineato i consultori resta proprio la Chiesa diocesana ed il suo vescovo. La soppressione della diocesi segnerebbe l’ultimo duro colpo all’intero territorio e alla sua gente.