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La basilica di Collemaggio accende d’emozione l’arte della sacralità

Alessia Pignatelli di Alessia Pignatelli
22 Marzo 2022
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Collemaggio. Quando si parla di basiliche si percorre la strada del buon sentimento storico e a Collemaggio, un piccolo promontorio sito in prossimità del capoluogo della regione Abruzzo, la basilica di Santa Maria dell’Assunzione, fondata nel 1287, ci racconta l’importanza che Pietro da Morrone trovò in essa. Progettata per desiderio dello stesso, racchiude un grande momento solenne che continua a vivere nei ricordi più prestigiosi della storia cattolica, ovvero l’avvenuto incoronamento di Pietro da Morrone nelle vesti di Papa Celestino V, il 29 agosto del 1294. In quella datazione la chiesa in virtù dell’istituzione della Perdonanza Celestiniana e grazie al pontefice acquisì le caratteristiche di Porta Santa, la prima nel mondo.

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La struttura è considerata di straordinaria produzione medievale in stile romanico-gotico. A forma quadrangolare affaccia su un’ampia piazza immersa da un bellissimo prato che sembra solfeggiare delle musiche angeliche. Il complesso è suddiviso in nove settori, tre caratterizzati dai portali e altri tre da incantevoli rosoni in stile gotico, lasciandoci indubbiamente travolgere, in particolar modo, dal rosone madre elaborato a doppio giro con colonnine ed archetti di elevata importanza. La sua indiscussa bellezza è stata motivo di ispirazione per moltissimi artisti del panorama pittorico e scultoreo, inglobando la pregevole lavorazione del rosone in arti personali, come la produzione orafa che sta divulgando sempre più il motivo del rosone riproponendolo con intagli di grande maestria sui monili d’Abruzzo.

Inoltre, lo scrittore Carlo Emilio Gadda ne decantò la bellezza con una sua produzione letteraria titolata “Le tre rose di Collemaggio” descrivendone nel saggio l’estetica che riflette nella intima emozione: “Le tre rose od occhi, dal musaico del fronte, mi guardano con la limpidezza d’un giovenile pensiero. Una mano divota le ha colte, ne ha rifiorito, con l’alba, tutta la purità del disegno che si distende sul piano di facciata. Paramento gaio e solenne, intessuto de’ due colori della rupe, il rosa, l’avorio: essi mi dicono chiare acque dai monti, che la Madonna sfiora, o tacitamente percorre”. Parole che si esprimono nella letteratura italiana come ricchezza intellettuale, da evidenziare ogni qual volta che l’occasione ne avrà voce, poiché scorrono nelle virtù del nostro patrimonio culturale supportandone i benefici artistici.

Alta connotazione descrittiva e di elegante espressione architettonica, sono i masselli di colore bianco e rosso che percorrono ripetutamente l’intera facciata della basilica come fosse uno scacchi, rappresentandone gli originali colori civici aquilani recanti il simbolo della croce. Il disegno, nei cromatismi bicolore, si contrappone allo schema lineare e semplice della basilica, esercitando del movimento decorativo e raffinato. Soffermandoci sulla Porta Santa, contornata da un imponente arco, noteremo il pregio degli intagli che ci conducono nel simbolo per eccellenza della città aquilana, ovvero un’aquila. La lunetta del portale invece, riporta l’affresco con la Madonna e il bambino insieme ai santi Giovanni Battista e Pietro Celestino, all’interno della quale viene mostrata anche la Bolla del perdono. Il dipinto in questione, come ipotizzato da Ferdinando Bologna, fu realizzato da Antonio Martini di Atri con una pregevole tecnica di bilanciamento dei colori, donando un’intensa luminosità con la delicatezza dei toni armoniosi e pastellati.

Il pregio della storia che questo luogo porta con sé viene racchiuso in un appuntamento annuale, si tratta naturalmente della Perdonanza Celestiniana con l’apertura della Porta Santa e il corteo che, con la Bolla di Celestino V, annovera l’importanza della manifestazione. Il rituale è di grande elevatezza spirituale e tenutosi a fine agosto, è motivo di aggregazione per tantissimi turisti che scelgono di donarsi all’emozione della fede e, con l’occasione, fanno visita alle spoglie del Papa custodite all’interno della Basilica. Commozione e amore sono i nuclei centrali per la città aquilana poiché, rappresentata dal suo intenso vissuto e dalla sua straordinaria arte, brilla come un diamante al sole sulla nostra regione.

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