Chieti. “Sono passato innumerevoli volte nelle tue mani attraverso il mio lavoro. Sono un lavoratore della Ball Beverage Packaging srl di San Martinosulla Marrucina in provincia di Chieti, dal 1981 in questo stabilimento produco lattine in alluminio da 33cl formato sleek per Coca Cola, Nestlè, Campari, Carlsberg, Peroni, Birra Castello, San Benedetto, Heineken, Ferrero e tanti altri”. Inizia così la ‘lettera del lavoratore’ condivisa sui social grazie a un tam tam di solidarietà.
Nel titolo della lettera, il dramma che si profila per ciascuno dei 70 dipendenti della multinazionale, residenti
anche in Comuni limitrofi a quello dove ha sede lo stabilimento, ai quali si aggiungono 15 addetti ai servizi:
“La Ball Corporation mi licenzierà a Natale!!!”. L’azienda, dopo l’annuncio dell’11 ottobre, ha confermato oggi
alla stampa l’intenzione di chiudere lo stabilimento abruzzese e di sviluppare l’altro italiano a Nogara (Verona),
informando che sono state offerte “opzioni di ricollocamento ad altre posizioni in Ball Beverage Packaging
Europe”.
Il 25 dicembre 2018, continua la lettera, “quando saremo tempestati dalle pubblicità scintillanti dei clienti della Ball, sarò seduto attorno a un tavolo con la famiglia per una triste giornata di festa. Quello sarà il mio primo giorno da ex lavoratore, sarò un nuovo disoccupato. Eppure questa azienda non è in crisi e negli anni ha raggiunto tanti traguardi”. Poi l’elenco: nel 1995 premio risultati di qualità “Pursuit of Excellence”, nel 2005 “Lean Enterprise” silver award, nel 2006 “Lean Enterprise” gold award, nel 2007 “Mercurio d’Oro” Regione Abruzzo, nel 2016 “hoover sustainability award”, nel 2016 record di produzione annuale, nel 2018 record di produzione giornaliera con 2.300.000 lattine, oltre 10 anni senza infortuni, assenteismo sotto tutte le medie nazionali (0,2%).
“Come ti sentiresti se la tua azienda decidesse di licenziarti il giorno di Natale pur non essendo in crisi? Se ti negasse disponibilità a farti prendere la cassa integrazione per cercare un nuovo lavoro? Se, oltre a lasciarti per strada, decidesse di non aiutarti nemmeno a cercare una nuova possibilità mostrando un minimo di responsabilità sociale? Io mi sento male, tradito”. A conclusione, un appello accorato alla condivisione che ha già avuto i suoi effetti.