Vasto. “La legge vieta la distruzione di vegetazione o, peggio, l’eventuale tombatura di corsi d’acqua per il loro ruolo ecologico e di depurazione naturale nonché per gli ovvi rischi idrogeologici; è incredibile spendere tanti soldi pubblici perché qualcuno ci ha piazzato sopra un concerto da 40.000 persone” così la SOA sugli 80.000 euro di fondi regionali per il turismo che sono stati destinati all’evento Jova Beach Party.
La Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus, appena venuta a conoscenza dell’intenzione del Comune di intervenire su Fosso Marino a Vasto e dopo aver letto diversi atti relativi alla vicenda, ha scritto già ieri mattina a Regione Abruzzo, Comune di Vasto, Prefettura, Capitaneria di Porto e Carabinieri-Forestali ricordando che diverse leggi tutelano l’habitat di riproduzione di anfibi e uccelli nonché la vegetazione ripariale dei corsi d’acqua rivieraschi che svolge una funzione ecologica utilissima per la depurazione naturale delle acque, così importante anche per la balneazione.
Abbiamo inoltre consultato, tramite il sito del Comune, la relazione tecnica relativa alla sicurezza del concerto Jova Beach Party previsto a Vasto il cui palco, strumentazioni e area spettatori, incredibilmente, sono state localizzate in parte proprio sull’area del Fosso in questione, che, ovviamente dovrebbe venir ricoperto, almeno stando a quanto ci pare indicato sommariamente sulle piantine inserite nella relazione (una è qui allegata in estratto con l’area di fosso Marino evidenziata).
A tal proposito, riservandoci ogni altro intervento, anche presso la Corte dei Conti, in relazione alle ingenti risorse pubbliche, 80.000 euro, dei fondi FSC destinati al turismo, che sarebbero impegnate secondo la delibera di Giunta Regionale 345/2019 e alla nota del Comune di Vasto in cui si descrivono obblighi per il Comune (come quello del pagamento dell’energia elettrica, delle transenne ecc. e, appunto, della sistemazione del fosso suddetto; facciamo notare che, nella Delibera regionale, non si specifica il contributo a quale intervento sia effettivamente finalizzato, se, ad esempio, a pagare l’energia elettrica del concerto oppure appunto al fosso) che stridono con il carattere privato dell’evento (con biglietti il cui costo è ben oltre i 50 euro) e con il fatto che su una specie simbolo dell’intera regione come l’Orso bruno marsicano la regione per un intero anno spende meno della metà, segnaliamo che:
1)nell’area sono presenti in fase riproduttiva specie protette dalla Legge Regionale 50/1993 (in particolare anfibi di varie specie) che, all’art.3 comma 1 lettera b,, vieta “b)ogni attività o modificazione che può provocare l’eccessivo disturbo, la distruzione o il deterioramento degli ambienti di vita, di riproduzione o di frequentazione;“;
2)sono presenti nidi di diverse specie di uccelli come Cannaiola e Usignolo di Fiume in piena riproduzione, tutelati dalla Legge 157/1992 e da varie convenzioni internazionali. La distruzione intenzionale di nidi è reato, per unanime giurisprudenza;
3)l’art.26 del Piano Regionale Tutela delle Acque, che allego, promuove la conservazione della vegetazione ripariale (che, tra l’altro, svolge importanti funzioni di fitodepurazione) e fa espresso divieto di copertura dei corsi d’acqua se non in caso di problemi di pubblica incolumità (che non appaiono citati nella relazione sulla sicurezza di cui sopra) e, comunque, in caso di copertura, con opere che tengano conto di un tempo di ritorno delle piene di 500 anni.
Rispetto a quest’ultimo punto, sarebbe ovviamente fuori da ogni qualsiasi logica tecnica ed erariale, essendo queste norme vigenti da tempo e, quindi, note a funzionari, amministratori e tecnici, scegliere consapevolmente un’area evidentemente ritenuta a rischio per ospitare 40.000 persone e poi pretendere di intervenire con fondi pubblici per risolvere il “problema” insorto per evidente negligenza nella localizzazione di un evento che può tranquillamente andare in un luogo sicuro come uno stadio.
Per quanto riguarda la cosiddetta “pulizia” o “bonifica” i fondi dovrebbero essere spesi per cercare e sanzionare eventuali scarichi illegali. Si chiede, pertanto, di evitare qualsiasi iniziativa che potrebbe andare in evidente contrasto con le norme sopra citate e con il regolare utilizzo di risorse pubbliche.
Ovviamente approfondiremo gli altri aspetti collegati a questo intervento (ad esempio, i noti fatti relativi al completo livellamento di un’area di nidificazione del Fratino e al trasferimento delle giostre verso l’area del SIC con ovvie ripercussioni dal punto di vista dell’inquinamento acustico) riservandoci ogni altra iniziativa utile per la tutela dei luoghi in oggetto e per il corretto uso delle risorse pubbliche.