Vasto. “Il Jova Beach Party è un’iniziativa insostenibile perché le spiagge non sono cumuli di sabbia inerte ma luoghi dove vivono piante e animali, spesso rarissimi. Se poi per fare un concerto si tomba e rende “calpestabile” un corso d’acqua naturale come Fosso Marino, si infrange non solo qualsiasi principio basilare di ecologia ma a nostro avviso anche quelli relativi alla prevenzione dei rischi per la pubblica incolumità. Che accadrebbe in caso di nubifragio? Questo spettacolo presenta palesi criticità e, a parte la legittima ma a nostro avviso infondata propaganda del cantante, assistiamo da parte delle amministrazioni ad un continuo arrampicarsi sugli specchi per giustificare decisioni sempre più allarmanti. Tra queste, risaltano quella, appunto di passare letteralmente sopra un corso d’acqua o di calpestare, è il caso di dirlo, le previsioni dei piani demaniali sia a scala regionale che comunale che prevedevano per Fosso Marino la tutela, essendo anche area di nidificazione e alimentazione del Fratino. Andava pure disinquinato intercettando gli scarichi abusivi e perseguendo chi viola le leggi, migliorato con opere di rinaturalizzazione previa piantumazione di altre piante delle dune e reso fruibile con percorsi, staccionate, bacheche e cartelli. Non doveva certo essere snaturato per la successiva trasformazione in pista da ballo per un’iniziativa di un privato“.
Così le associazioni Lega Italiana Protezione Uccelli, Stazione Ornitologica Abruzzese, Arci Vasto e Gruppo Fratino Vasto che oggi in conferenza stampa hanno presentato un dettagliato dossier di osservazioni depositate nella procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale del Jova Beach Party che si dovrebbe tenere a Vasto a metà agosto.
“Vogliamo sottolineare con forza che tanti scienziati e ricercatori stanno duramente contestando la scelta di rendere le spiagge delle discoteche. Ricordiamo la risoluzione al Convegno nazionale degli Ornitologi svoltasi a Napoli, alla recente lettera del presidente del Centro Italiano Studi Ornitologici, Prof. Bogliani, accademico, sulla criticità della tappa di Roccella. Pensiamo alla Società Italiana di Geologia Ambientale che ha preso posizione sulla tappa di Barletta.
Le foto della conferenza stampa
Nello “Studio di Incidenza” depositato dagli organizzatori per la tappa di Vasto Fosso Marino, che è pure zona di riproduzione accertata del Fratino, viene descritta come area oggi priva di elementi naturali, a causa degli interventi svolti dal comune a marzo-aprile. Beh, questo è vero, peccato però che lo Studio paradossalmente certifichi come il Comune di Vasto abbia considerato come carta straccia le stesse richieste del proprio consulente che in una ben pagata relazione di marzo 2022 proprio per l’intervento di Fosso Marino riconosceva la necessità di tutelare la residua vegetazione delle spiagge protetta dalla regione, come il Ginestrino delle Spiagge, individuandola pure sul campo. Tutto spazzato via dal comune con circa 80.000 euro di denaro pubblico spesi per un intervento che ha tra l’altro fortemente peggiorato la condizione del corso d’acqua.
Nel documento ci sono palesi incongruenze. Ad esempio, si sostiene che lo spostamento delle giostre verso un’area notoriamente importante per il Fratino, con relativa sottrazione di habitat per la specie, per fare spazio al concerto debba ancora avverarsi mentre è già realtà essendo avvenuta da tempo, in pieno periodo riproduttivo per giunta!
Che dire poi della scelta degli organizzatori di posizionare il palco, i potenti amplificatori e le luci con la direzione nel verso della vicina Riserva naturale Marina di Vasto e delle relative dune distante solo 750 metri? Almeno ruotarlo di 180 gradi per mitigare l’incidenza delle emissioni luminose e sonore che possono impattare sulla rara fauna presente! Questa sarebbe l’attenzione nei riguardi dell’ambiente e di un Sito di Interesse Comunitario protetto, sulla carta, addirittura a scala europea?
Le prescrizioni sul controllo di afflusso e deflusso degli spettatori prima e dopo il concerto sono a nostro avviso lacunose, considerando l’altissimo rischio di bivacco e calpestio delle dune nella vicinissima Riserva. Ci chiediamo se siano Stati coinvolti i delegati dal Comune alla gestione della Riserva (WWF e Legambiente) e se le stesse due associazioni si siano fatte parte attiva per questo problema.
Purtroppo dobbiamo ricordare che, a causa di una contestatissima e singolare norma regionale che affida ai comuni la competenza per tale procedura ambientale, sarà lo stesso comune, il principale fautore del concerto e l’esecutore di diversi degli interventi impattanti, a procedere alla valutazione della documentazione depositata dall’organizzazione del concerto.
Prendiamo atto della tardiva, timida e insufficiente posizione del WWF che fuori tempo massimo e a concerto ormai programmato ha ritirato il suo appoggio per la sola tappa di Vasto e solo per le scelte del Comune confermando appieno la partnership con Jovanotti. Si sono accorti dopo anni che Fosso Marino andava tutelato? Non contestano che sia stato Jovanotti a proporre con il comune quella localizzazione? Si lamentano della successiva mancata rinaturalizzazione del corso d’acqua. Si accetta, quindi, che un luogo invece di essere conservato e migliorato venga spianato per poi cercare a posteriori di porre rimedio pur di fare un concerto? E sulle altre tappe, nulla? A Roccella Jonica, in un paesaggio dunale ancora straordinario con decine di piante e animali rari, dove spuntano fuori documenti del 2019 in cui gli organizzatori invitavano il comune, a, testualmente, “sbancare le dune“, va tutto bene? A Fermo, dove si spianerà la vegetazione faticosamente ripristinata in tre anni con tanto di progetto pubblico, l’associazione del Panda non dice nulla?
I corsi d’acqua e le spiagge sono elementi naturali imprescindibili della qualità di un territorio. Dove sono stati in parte danneggiati, si deve ripristinare, non spianare e tombare peggiorando la situazione in un paese dove il litorale è stato pesantemente cementificato con i fratini che nidificano e mangiano negli ultimi lembi rimasti, come appunto Fosso Marino.
Invece di assediare e occupare le spiagge, perché non continuare a usare i luoghi deputati a questi eventi, come stadi e piazze. Oppure, come suggerito dalle associazioni pugliesi, andare nei luoghi del disastro industriale e ambientale, dall’Ilva a Marghera, da Gela a Porto Torres, da Brindisi a Falconara. Un passo forse troppo grande per Jovanotti e i suoi sponsor?“.
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